di Vittoriano Vancini

L’Intelligenza artificiale contro la contraffazione

Per la proprietà intellettuale, l’Intelligenza artificiale non è solo una fonte di dubbi legali, nella fattispecie su chi deve essere considerato il proprietario delle opere realizzate dalla IA, ma è anche uno strumento che sta prendendo sempre maggior peso contro i prodotti contraffatti che hanno trovato nelle piattaforme online uno dei loro migliori punti di vendita.

Con la pandemia il commercio elettronico è divenuto più importante che mai ed ancora più importante è diventata la necessità di acquistare merci sicure e non contraffatte. Lo testimoniano i milioni di mascherine contraffatte sequestrati in questi ultimi mesi in Europa (in Italia ci sono stati numerosi sequestri dall’inizio dell’anno) e negli Usa.

L’impiego dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, ovvero il “machine learning”, è cominciato da già da qualche tempo, per contrastare le frodi online le con carte di credito a danno di e-Commerce, assicurazioni sul web e pubblicità online.

Gli algoritmi delle intelligenze artificiali, addestrate automaticamente grazie all’analisi di centinaia di migliaia di esempi positivi e negativi però possono anche aiutare a individuare marchi falsificati e di capire se l’aspetto di un prodotto è quello che dovrebbe essere., fornendo un valido supporto agli operatori del settore.

Negli ultimi anni EUIPO, l’Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale, e WIPO, l’organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, hanno cominciato a sperimentare e quindi a lanciare una serie di servizi basati sull’intelligenza artificiale per proteggere la proprietà intellettuale. Si tratta di servizi per esempio come la “Ricerca di immagini”, per determinare l‘autenticità dei marchi, ma anche della “Traduzione automatica” (a fine 2019 EUIPO aveva già in linea 23 lingue ma stanno aumentando), per facilitare la comunicazione e la compilazione di documenti. Servizi che servono anche ad arricchire archivi online come l'’Enforcement Database (EDB) che contiene informazioni sui prodotti per i quali è stato concesso un diritto di proprietà intellettuale, come un marchio o un disegno o modello registrato e che viene usato da forze di polizia e autorità doganali.

L’intelligenza artificiale è anche dietro alle recentissime iniziative anticontraffazione di Amazon e, in tono molto minore, di altre grandi piattaforme del commercio online internazionale. Il gigante Usa del commercio online, in particolare, negli ultimi due anni ha sviluppato a partire da Project Zero tutta una serie di nuovi servizi per utenti e venditori, per contrastare la contraffazione che vede nelle piattaforme e-Commerce uno dei suoi migliori punti di sbocco.

A queste iniziative si sono aggiunte, e continuano ad aggiungersi, quelle di startup in Usa, Europa e Asia che sperimeno e in buona parte già offrono o utilizzano e servizi di vario tipo basati sull’intelligenza artificiale dedicati alla difesa della proprietà intellettuale e industriale. Tra queste, per citarne alcune tra le più significative, ci sono l’americana Entrupry e la spagnola Red Points. Degne di nota sono anche le soluzioni ideate dalla piattaforma di compravendita online di “sneakers” della californiana Goat, che si è dotata di una IA anticontraffazione, e quelle della svizzera Luxochain e della Authenteq islandese, che fanno affidamento sul sistema blockchain.

Dalle startup soluzioni IA contro le frodi

Entrupy

In Europa, Usa e Asia in questi ultimi anni sono nate, e continuano ad aumentare, startup che utilizzano l'intelligenza artificiale per combattere le frodi online e per riconoscere i prodotti irregolari o falsificati. Nella maggior parte forniscono servizi per combattere le truffe con carte di credito e assicurative, ma negli ultimi anni sono nate anche startup che forniscono app contro la contraffazione.

Entrupy è sicuramente uno degli esempi più significativi. La startup newayorchese fornisce un servizio che comprende un’app e una videocamera per smartphone che consente di scoprire variazioni anche microscopiche nella fattura di borse da donna di marca, uno dei prodotti più colpiti dalla falsificazione. Fondata a News York nel 2012, la startup ha passato i primi quattro anni della sua attività ad addestrare l’intelligenza artificiale nel riconoscere i dettagli di migliaia di borse di lusso (può controllare da 500 a 1.500 singoli particolari in pochi secondi). Attualmente è attiva in 65 Paesi dove può assistere un operatore nel controllare i prodotti di 15 marche di lusso, da Gucci a Chanel, un numero destinato ad aumentare anche perché i fondatori della startup intendono allargare il sistema ad altri articoli di moda.

Le “sneakers” sono un altro dei prodotti più contraffatti al mondo. Per garantire l’autenticità delle scarpe da ginnastica che commercia, la piattaforma di compravendita online Goat, una startup fondata in California cinque anni fa e valutata oggi quasi due miliardi di dollari, si è dotata di un’intelligenza artificiale che utilizza l'apprendimento automatico per individuare le contraffazioni. Le scarpe messe in vendita devono essere infatti spedite ad uno degli otto centri Goat presenti in quattro continenti e lì vengono scansionate con l’aiuto dell’AI per individuare deviazioni anche microscopiche.

Un tipo di servizio simile viene fornito, su abbonamento, anche dalla startup spagnola Red Points che monitorizza Internet per scoprire le vendite fraudolente online e che ha anche una sua app per i controlli in tempo reale.

Insieme all’intelligenza artificiale, il sistema Blockchain è una delle soluzioni più innovative applicate nella lotta alla contraffazione. Due esempi molto interessanti della sua applicazione sono i servizi forniti rispettivamente dalla Luxochain di Lugano e dall’Authenteq basata in Islanda.

Grazie alle sue caratteristiche di “di non duplicabilità, decentralizzazione, incorruttibilità, immutabilità e trasparenza”, la tecnologia di “registro distribuito” della blockchain viene usata da Luxochain per “garantire l’autenticità dei prodotti di lusso difendendo il Made in Italy”, assicurando un processo di certificazione inalterabile dell’identità di un prodotto. Anche Authenteq opera nello stesso modo, fornendo una sorta di passaporto biometrico digitale per qualsiasi piattaforma o sito Web. La registrazione iniziale richiede meno di 90 secondi, è completamente automatizzata e aiuta a prevenire il furto di identità e le frodi online.


App contro la contraffazione

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L'IA anti contraffazione di Amazon

Le vendite online di terze parte su Amazon (Fonte: Statista)

Amazon, la maggiore piattaforma e-Commerce in Usa ed Europa, negli ultimi due anni ha affiancato alle segnalazioni per la rimozione di prodotti contraffatti o irregolari dalla vendita online una serie di servizi, anche automatici, che fanno affidamento sull’intelligenza artificiale e il “machine learning”. Sulle piattaforme online si compra in base alle immagini, al marchio e alle recensioni del prodotto, il falso, la frode, purtroppo, possono colpire in ognuno di questi tre campi. I prodotti contraffatti comportano rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori ma anche danni alla reputazione dei proprietari dei marchi, che ovviamente non mancano di farsi sentire. 

La maggior parte delle iniziative anticontraffazione fanno affidamento su segnalazioni da parte di proprietari dei marchi e di utenti, come la cinese Alibaba, eBay, Facebook Marketplace e Mercado Libre (la piattaforma leader in America Latina) per ritirare dalla vendita i prodotti contraffatti. Anche Google offre una procedura per rimuovere una pagina web o un’immagine dai risultati di ricerca in seguito alla segnalazione del proprietario dei diritti intellettuali o industriali di un prodotto o un contenuto (sul sito del Ministero dello Sviluppo economico si possono trovare indicazioni e link per le maggiori piattaforme online che vendono in Italia e sulle procedure di segnalazione).

Per Amazon il problema della contraffazione è sempre stato importante, dato che il 53% delle merci che vende online (dati del secondo semestre 2020) viene da venditori esterni, con un giro d’affari che l’anno scorso è stato pari a 53,7 miliardi di dollari. Nel 2019 Amazon afferma di aver bloccato oltre 2,5 milioni di venditori esterni sospetti ma il problema è ben più vasto.

Il colosso del commercio online l’anno scorso ha quindi adottato una nuova politica anticontraffazione lanciando il Project zero, uno strumento automatico che rileva e rimuove dagli elenchi i prodotti sospetti, presente adesso in 17 Paesi e al quale hanno finora aderito oltre 10 mila marchi che vanno dagli imprenditori emergenti alle grandi firme come BMW e Ferragamo.

Il software di Project Zero esegue ogni giorno scansioni continue di oltre 5 miliardi di tentativi di aggiornamento delle offerte di prodotti del negozio online “per rimuovere proattivamente le possibili offerte di prodotti contraffatti”, spiega Amazon sul suo sito, utilizzando marchi, loghi ed altro materiale forniti dalle società legittime.

Al Project Zero quest’anno sono seguite altre iniziative come il nuovo registro dei marchi Amazon, un forum di segnalazione online per i proprietari di marchi e la costituzione di un'unità per i reati di contraffazione. Sulla piattaforma è adesso attivo un servizio di rimozione “self-service” delle contraffazioni e uno per “serializzare” i prodotti, ovvero di applicargli un codice univoco per identificarli.

Secondo gli analisti del settore, uno dei motivi principali della proliferazione di merci contraffatte su Amazon e altre piattaforme di e-commerce simili è la mancanza di trasparenza e monitoraggio dei venditori di terze parti. Proprio per rispondere a questa esigenza Amazon ma anche in vista di due progetti di legge Usa bipartisan, “Shop Safe Act” e “Inform Consumer Act”, da febbraio scorso Amazon ha cominciato a verificare “di persona” e poi in video a causa della pandemia, l’identità dei venditori. E dall’1 settembre, Amazon richiede ai venditori esterni di mostrare, negli Usa, nomi e indirizzi aziendali sulle loro pagine di vendita.

 


Amazon in cifre


Intelligenza artificiale, i progetti EUIPO


Vademecum per acquisti sicuri online

Acquisti online

Ecco sei semplici suggerimenti, raccolti da riviste online e siti istituzionali, per evitare di comprare prodotti contraffatti quando si fanno acquisti online.

1) Controllare sempre chi vende il prodotto. Venditori di terze parti usano sempre di più Amazon e altre grandi piattaforme del commercio elettronico. Su Amazon sono indicate tre categorie: venduto e spedito da un venditore esterno, Venduto da un venditore esterno e consegnato da Amazon, venduto e consegnato da Amazon. Su altre piattaforme, come per esempio Alibaba, sono indicati più o meno gli stessi elementi anche se non in modo così raggruppato. Normalmente sulla pagina di vendita è indicato anche il recapito del venditore e, se si hanno dubbi, vale sempre la pena di controllarlo e magari richiedere spiegazioni via mail. Il tono della risposta può essere un elemento indicativo.

2) Controllare le recensioni. Spesso sono decisive per la scelta o meno di un acquisto ma questo lo sanno anche i venditori di prodotti contraffatti che si organizzano per pagare recensioni favorevoli. Anche il numero dei prodotti venduti, un elemento ritenuto indicativo dagli acquirenti per capire se vale la pena di fare l’acquisto, a quanto pare può essere falsato con acquisti finanziati dallo stesso venditore. Vale sempre la pena, quindi, di leggere sempre le recensioni negative per farsi un’idea del prodotto.

3) Controllare le modalità di spedizione. Tempi di consegna e località di provenienza sono due elementi indicativi. Un nuovo fornitore con merce contraffatta deve mantenere il proprio account per almeno due settimane per poter ricevere il pagamento da Amazon e quindi pianificherà un tempo di spedizione più lungo, per evitare i reclami dei clienti. Per quanto riguarda la provenienza, la Cina è sicuramente uno dei maggiori punti di origine di prodotti contraffatti o “piratati” ma non è il solo. India, Malaysia, Messico, Singapore, Tailandia, Turchia e Emirati arabi le fanno buona compagnia, stando ai dati OCSE-EUIPO. Ultimamente, però, si possono trovare merci cinesi regolari che vengono spedite da Paesi europei come Paesi di origine, per cui è sempre importante controllare il venditore.

4) Esaminare le foto dei prodotti. Nell'era di Photoshop e della tecnologia, è facile per un truffatore modificare o rubare una foto per rendere autentico il proprio prodotto. Ma è anche facile controllare le immagini con gli strumenti messi a disposizione dal web, come per esempio il “reverse seach” di Google, per vedere se le foto sono state prese da un altro sito. E’ utile anche contattare il venditore per ottenere altre immagini del prodotto e se queste non vengono fornite, probabilmente c’è un motivo dietro.

5) Fare attenzione ai prezzi stracciati. “Se il prezzo sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è”. Secondo gli esperti del settore, il più grande segno rivelatore di un articolo contraffatto è il prezzo. Il prezzo scontato, l’occasione, sono grandi incentivi per l’acquisto ma se il divario con il prezzo regolare è troppo marcato c’è una forte possibilità che si tratti di merci contraffatte o comunque irregolari. Il costo più economico può anche essere dovuto al fatto che il prodotto non è stato testato e certificato come dovuto, con tutti i possibili problemi che ciò comporta.

6) Ispezionare subito le confezioni dei prodotti appena ricevuti. Errori ortografici, qualità di stampa scadente, marchi irregolari, assenza dei codici a barre, sono tutti indizi che il prodotto non è quello che dovrebbe essere. La confezione dovrebbe includere anche manuali e fogli di garanzia e la loro mancanza è un ulteriore indizio di problemi. Il servizio “goVerify” su eBay contiene utili indicazioni su che cosa si deve controllare per capire se un prodotto è o meno conforme, mentre su eBay si possono trovare video che confrontano prodotti originali con quelli contraffatti, che possono essere d’aiuto. Se si riscontrano problemi è sempre meglio contattare il prima possibile il servizio clienti ed eventualmente avviare le procedure di resa e di rimborso.