Così in una nota l'europarlamentare del Partito democratico, Pierfrancesco Majorino.
"Paola e Claudio Regeni insieme al loro avvocato Alessandra Ballerini hanno ricordato che verità e giustizia per Giulio sarebbero verità e giustizia per tutti gli egiziani, e perché il processo per l'assassinio di Giulio Regeni ha subito una battuta d'arresto: nessuna istituzione italiana o europea è riuscita a ottenere dalle autorità egiziane gli indirizzi di residenza dei quattro alti funzionari imputati ai quali notificare gli atti necessari", spiega l'eurodeputato.
"Mona Seif, che ha in carcere sia il fratello che la sorella, ha raccontato le condizioni inaccettabili in cui viene tenuto prigioniero da anni suo fratello Alaa Abd el Fattah, che lo stanno spingendo a desiderare il suicidio, e l'arbitrarietà e impunità dei comportamenti di polizia e funzionari della sicurezza nelle carceri, le stesse in cui è recluso anche Patrick Zaki - continua Majorino -. Mefreh e Henish hanno raccontato la tortura in Egitto come metodo sistematico di repressione, l'applicazione della pena di morte, l'impossibilità di monitorare la situazione nelle carceri".
L'eurodeputato nel suo intervento ha "ribadito che senza agire realmente su diplomazia, vendita di armamenti e affari commerciali, ogni pressione sul governo egiziano resta puramente formale, come abbiamo affermato attraverso la durissima risoluzione parlamentare dello scorso 18 dicembre".
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