"Le aziende saranno tenute a
identificare e, se necessario, prevenire, porre fine o mitigare,
l'impatto negativo che le loro attività hanno su diritti umani e
ambiente, come il lavoro minorile, la schiavitù, lo sfruttamento
del lavoro, l'inquinamento, il degrado ambientale e la perdita
di biodiversità" e dovranno inoltre "monitorare e valutare
l'impatto sui diritti umani e sull'ambiente dei loro partner
della catena del valore, compresi i fornitori, la vendita, la
distribuzione, il trasporto, lo stoccaggio, la gestione dei
rifiuti e altre aree". E' la posizione negoziale del Parlamento
Ue, approvata con 366 voti a favore, 225 contrari e 38
astensioni, sulle norme sulla cosiddetta 'due diligence' sulla
sostenibilità delle imprese, per integrare il rispetto dei
diritti umani e dell'ambiente nella governance.
Le società che non rispetteranno le regole saranno
responsabili degli eventuali danni e potranno essere sanzionate
dalle autorità di vigilanza nazionali. Le sanzioni comprendono
misure quali il "naming and shaming" (pubblicazione dei nomi
degli inadempienti), il ritiro dal mercato dei prodotti
dell'azienda o ammende pari ad almeno il 5% del fatturato netto
globale. Le aziende extra-Ue che non rispettano le regole
saranno escluse dagli appalti pubblici Ue.
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