"Le tariffe dei pedaggi che
abbiamo pagato per anni non sono state correttamente investite
da Società Autostrade in manutenzioni funzionali all'efficacia
di tutte le tratte: lo dimostrano in primis il crollo di Ponte
Morandi e tutti gli altri problemi sorti a viadotti, gallerie e
altro. Hanno solo prodotto utili per gli azionisti, basta
guardare i bilanci". Giuseppe Tagnochetti, uno dei componenti
del Comitato San Cristoforo di Genova, in qualità di
rappresentante di Trasportounito, ricorda e riassume così in una
nota l'esposto presentato da un anno alla Procura di Genova
contro Aspi, che ora è stato acquisito anche in Commissione
Trasporti, consegnato dal Comitato Ricordo Vittime Ponte
Morandi.
Il senso del documento, messo a punto da un pool di cinque
studi legali genovesi di livello nazionale, è in sostanza che
Aspi dovrebbe restituire i pedaggi che non sono stati impiegati
in investimenti sulla rete, manutenzione e nuove opere, come
invece previsto dalla concessione. Il Comitato San Cristoforo
(patrono degli automobilisti) costituito dopo il crollo di Ponte
Morandi, promosso dal Comitato Zona Arancione Ponte Morandi
(cittadini e imprese dei quartieri più direttamente danneggiati
dal crollo del ponte), Assiterminal (associazione terminalisti
portuali), Cna e Usarci Sparci (Sindacato Ligure degli Agenti di
Commercio), con il sostegno del Comitato Ricordo Vittime Ponte
Morandi, dopo il fronte giudiziario avvia con la presentazione
in Commissione il coinvolgimento di tutti i soggetti
istituzionali.
"Non partiamo dalla richiesta di risarcimento, ma è chiaro
che se la nostra tesi, tariffe incassate a fronte di lavori non
effettuati, sarà riconosciuta, le tariffe incassate e non
utilizzate dovranno essere restituite all'utenza - aggiunge
Tagnochetti -: nel caso siamo pronti a destinarli a obiettivi
sociali per aiutare il territorio più colpito".
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