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La storia dei Mille del nuovo Ponte di Genova è uno show

La storia dei Mille del nuovo Ponte di Genova è uno show

Spettacolo di teatro canzone firmato da Lussana ai parchi di Nervi

GENOVA, 22 luglio 2021, 11:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il ponte siamo noi". Si chiude con questa frase lo spettacolo "I mille del ponte" proposto ai Parchi di Nervi da Regione, Comune, Fondazione Ansaldo, Gruppo Leonardo e Teatro Carlo Felice. Uno spettacolo leggero ed emozionante firmato dal giornalista Massimiliano Lussana che dopo aver dedicato lo scorso anno al nuovo ponte sul Polcevera un libro, ha avuto l'idea di raccontare in una sorta di "Teatro-canzone" il miracolo di una costruzione che non è solo un'operazione incredibile di ingegneria, ma la prova di una volontà di rinascita e di reazione di tutta la città.
    A raccontare il miracolo dei "Mille del ponte" sono intervenuti, in tuta da operai e caschetti Mario Incudine, bravissimo cantante e attore e i polistrumentisti Manfredi Tumminello, Antonio Vasta e Antonio Ricosta.
    Dopo la celebre canzone napoletana "O Guarracino" Incudine ha dedicato il primo monologo agli artefici del ponte elencando una quarantina di professioni che hanno avuto un peso determinante nell'abbattimento del Morandi prima e nella edificazione del nuovo poi.
    E c'è il "record dei notai": oltre seicento atti di vendita degli appartamenti da abbattere fatti in otto giorni perché grazie a un passaparola fra i notai si è creato un pool che ha lavorato senza sosta. Infine, il "Ponte di luce" secondo una felice intuizione di Renzo Piano, mostra tutta la sua bellezza architettonica e nello stesso tempo la sua incredibile tecnologia che ne fa un ponte unico al mondo. Bella la carrellata finale su volti di chi nel cantiere ha vissuto: da "Conan", l'operaio bergamasco che tagliava blocchi, a Paolo Micai, operatore e fotoreporter che filmava il cantiere e non ha potuto vedere l'opera finita, vinto dal covid. Il tutto su canzoni come "La storia siamo noi" di De Gregori, alla "Città vecchia" e "Creuza de ma" di De Andrè, a "Genova per noi" di Conte, per citarne alcune.
    Bravissimi gli interpreti, felice il format con un testo brillante, giocato sull'onda del ricordo e della celebrazione, ma senza smancerie. Applausi calorosi e diversi fuori programma.
   
   

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