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Parte da Ancona spedizione Greenpeace 'Salviamo il mare'

Parte da Ancona spedizione Greenpeace 'Salviamo il mare'

Con Univpm e nuove tecnologie analisi acque profonde Adriatico

ANCONA, 21 giugno 2021, 17:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I dati sull'inquinamento hanno appurato la crescente presenza di rifiuti nel mare, in particolare plastica, ma si sono limitati all'analisi della sola superficie acquea. Domani la spedizione di Greenpeace 'Difendiamo il mare', realizzata in collaborazione con i ricercatori delle Università Politecnica delle Marche e di Genova, e del Cnr di Genova, partirà da Ancona con la barca a vela Banboo della Fondazione Exodus di don Mazzi, per monitorare, con nuovi strumenti tecnologici, la presenza di plastiche e microplastiche in Adriatico fino a 30 metri di profondità e negli organismi marini d'interesse commerciale.
    L'iniziativa, presentata oggi dal rettore della Politecnica Gian Luca Gregori, con il responsabile Greenpeace della campagna Giuseppe Ungherese e le ricercatrici di Univpm Stefania Gorbi e di Ias-Cnr Francesca Garaventa, durerà tre settimane. Dopo aver monitorato le acque del Conero, proseguirà a sud per acquisire dati nelle aree marine protette di Torre del Cerrano, delle Isole Tremiti e di Torre Guaceto, e in quelle più contaminate della foce del fiume Pescara, fino al polo petrolchimico di Brindisi, per concludersi a Bari. Servirà, secondo Ungherese, "a svelare il lato nascosto dell'industria dei combustibili fossili, causa non solo dell'emergenza climatica che danneggia la biodiversità marina, ma anche dell'incremento di plastiche".
    La plastica che vediamo in mare, è stato detto, "è solo la punta dell'iceberg, perché il 95% si diluisce in particelle microscopiche, ingerite dagli organismi marini, in grado d'indurre effetti subdoli e spesso difficili da diagnosticare".
    L'annuncio della spedizione è giunto al termine del convegno scientifico organizzato da Univpm 'Moby Litter un anno dopo: impatti, minacce ed opportunità per un mare in pericolo'. I dati del Mare Adriatico hanno individuato sulla costa fino a 590 oggetti per 100 metri di spiaggia, mentre per i rifiuti galleggianti si parla di più di 52 oggetti per kmq. "Ma a fianco dell'analisi - ha concluso Gregori - che dovrà fornire informazioni chiave ad enti pubblici e aziende, occorre intervenire sulla progettazione della componentistica e sull'uso delle materie prime".
   

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