"E' stata la più ampia caduta di
prodotto dal dopoguerra". Lo si legge nell'annuale report di
Banca d'Italia sull'economia marchigiana, con i dati 2020
profondamente influenzati dall' "eccezionale impatto della
pandemia". Ma il taglio del Pil (all'8,9%) non è stato
orizzontale per tutti i settori.
All'interno dell'industria manifatturiera, riferisce il
rapporto, il calo dell'attività è stato "assai accentuato per il
comparto della moda" a causa del forte calo dei consumi da parte
delle famiglie e della contrazione dell'export. Migliori
risultati per alimentare e farmaceutica. In robusta ripresa il
settore dell'edilizia, che dopo lo stop dei primi mesi di
restrizioni, dai mesi estivi ha registrato livelli di attività
superiori a quelli dell'anno precedente, grazie anche a
interventi di ricostruzione post-sisma. Le ore lavorate, in
questo settore, sono state del -5% nel 2020. Male il terziario,
con il "commercio, in particolare, che ha risentito delle
restrizioni alla mobilità e del contenimento della spesa delle
famiglie". Quanto al turismo, "la stagione estiva ha conseguito
risultati relativamente migliori che nel Paese", con presenze
turistiche nel 2020 in calo di un -27% a fronte dato dimezzato
in Italia. Sempre per le imprese "l'accumulazione di capitale si
è nettamente indebolita; i piani aziendali per il 2021
prefigurano però un parziale recupero. Le esportazioni sono
fortemente diminuite, più intensamente quelle verso i mercati
extra Ue".
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