(ANSA) - ANCONA, 30 APR - Il divieto di consumazione al banco
"è un attacco al modello di offerta del bar italiano che si
differenzia da quelli degli altri Paesi proprio perché basato
sul consumo al banco". Così lo chef stellato Moreno Cedroni,
presidente di FipeConfcommercio Marche Centrali, che parla di
"un provvedimento punitivo ingiustificato anche sotto il profilo
scientifico sui rischi sanitari che si corrono. Anzi la scienza
continua a sostenere che il rischio di contagio cresce con
l'aumento del tempo di contatto". Secondo Confcommercio Marche,
"la circolare del 24 aprile con cui il Ministero dell'Interno
ritiene che il dl Riaperture vieti ai bar la possibilità di
effettuare la somministrazione al banco è giuridicamente
incomprensibile e non ha alcun fondamento di sicurezza
sanitaria", "un'interpretazione che nessuno si aspettava
considerando che il decreto non esclude espressamente il consumo
al banco ma, al contrario, ha voluto specificare con quali
modalità può avvenire il consumo al tavolo (esclusivamente
all'esterno fino al 31 maggio"). Per dare voce ai 3.186 bar del
territorio marchigiano (817 per la provincia di Ancona, 543 per
la provincia di Ascoli Piceno, 601 per la provincia di Macerata,
860 per la provincia di Pesaro e Urbino, 365 per la provincia di
Fermo), il direttore di Confcommercio Marche Massimiliano
Polacco si associa alla richiesta del presidente Stoppani di "un
intervento urgente da parte del Mise, perché ormai il tema della
salute pubblica non può essere separato da quello della tenuta
di un intero settore produttivo". (ANSA).