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Recovery: sindacati, le norme stravolgono il mercato dei porti

Sparisce autoproduzione e il limite al cumulo delle concessioni

26 aprile, 15:18

(ANSA) - GENOVA, 24 APR - "Con un solo colpo si inseriscono due norme che stravolgono il mercato regolato dei porti, cancellando decenni di regole e sana occupazione, favorendo perdita di posti di lavoro, precarietà e peggioramento degli standard della sicurezza sul lavoro". Ad affermarlo i segretari generali Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl, Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti Claudio Tarlazzi riguardo all'autoproduzione delle operazioni portuali a bordo delle navi e sul cumulo delle concessioni nei porti. L'autoproduzione è l'obbligo, all'interno dei porti, di affidare i lavori di "carico, scarico, trasbordo, deposito, movimento merci" (recita il Pnrr) ai lavoratori delle banchine (camalli, dipendenti diretti dei terminalisti, cioè le aziende che gestiscono su concessione dello Stato le banchine portuali). Vincolo contestatissimo dagli armatori - che per queste mansioni invece preferirebbero utilizzare gli equipaggi delle loro navi - l'autoproduzione è un tema di scontro da decenni.

Spiegano, i sindacati, che che "se fossero confermati i testi del Pnrr che stanno circolando, ci troveremmo di fronte ad un'invasione di campo sui temi dei trasporti e dei porti, che dà il segno di come qualcuno confonda ancora una volta le riforme del Paese con la riduzione dei diritti del lavoro, facendo arretrare le lavoratrici e i lavoratori italiani rispetto a colleghi dei principali paese europei".

Per i tre dirigenti sindacali si tratta di "una estrutturazione grave e pesante che colpisce ancora una volta il lavoro portuale ed i suoi addetti con pesanti ricadute sulla sicurezza, a vantaggio di alcuni grandi armatori, nonostante i vari benefici già riconosciutogli anche attraverso norme europee".

Intanto nella bozza del Pnrr c'è un altro capitolo che riguarda i porti ed è legato al trasporto ferroviaria. Per il Nord del Paese "si potenzieranno le tratte ferroviarie Milano-Venezia, Verona-Brennero e Liguria-Alpi, migliorando i collegamenti delle aree a nord con i porti di Genova e Trieste per servire i traffici oceanici". (ANSA).

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