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Green pass: alcune aziende porto Genova pagheranno tamponi

Nessuna criticità nei porti di Venezia, Piombino e Bari

13 ottobre, 21:17
Green pass: alcune aziende porto Genova pagheranno tamponi Green pass: alcune aziende porto Genova pagheranno tamponi

 Alcuni terminalisti del porto di Genova pagheranno i tamponi ai dipendenti che non hanno il Green pass. Lo ha fatto sapere Beppe Costa, presidente dell'associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria al termine di una riunione in prefettura convocata per discutere dell'applicazione del certificato verde in porto. Tra queste ci sono il terminal Psa di Prà e il Porto Petroli. "La decisione è singola di ogni azienda, alcune hanno dato la disponibilità altre sono libere di scegliere. Come Confindustria ribadiamo che le norme dicono che il tampone lo paghi il lavoratore". E' stimato che il 20% dei portuali genovesi non ha vaccino. "Le aziende terminalistiche che hanno dato la disponibilità a pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati lo faranno per un tempo limitato, in postazioni precise e convenzionate" ha spiegato ancora Costa che ha parlato di un tempo di 15 giorni. E anche Spinelli ha fatto sapere, come Psa e Porto Petroli che li pagherà. Intanto, sul fronte dell'autotrasporto, si sta lavorando per allestire tre postazioni nelle immediate vicinanze dei terminal per effettuare i tamponi agli autisti dei tir in arrivo nel porto di Genova: una a Prà e altre due nel porto storico: tre punti tampone in spazi individuati dall'Autorità di sistema portuale che saranno organizzati dalle associazioni di autotrasporto e pagati dalle aziende. "Siamo molto preoccupati - dice Francesco Bottiglieri, segretario della Fit-Cisl della Liguria -. Spero che da qui a venerdì esca qualcosa, credo che le aziende per evitare problematiche sia nell'autotrasporto che nella portualità ligure, faranno girare una circolare dove si accolleranno l'addebito dei tamponi, come abbiamo chiesto unitariamente come sindacati".

Nei porti Venezia-Chioggia la situazione è sotto controllo. Alla vigilia dell'introduzione delle nuove norme relative al contenimento della pandemia da Covid19 che prevedono l'obbligo di Green Pass anche nei luoghi di lavoro, l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale condivide con il Prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, la necessità "di gestire al meglio le criticità operative nei Porti di Venezia e Chioggia connesse alle nuove misure". Ad oggi, peraltro, negli scali di Venezia e Chioggia la situazione appare nel complesso sotto controllo e non sono emerse criticità di rilievo. Proprio al fine di garantire tutta l'assistenza possibile, l'Autorità ha disposto la presenza presso il sito di Porto Marghera e presso lo Scalo di Chioggia di tutti i propri ispettori addetti alla sicurezza "qualora si verificasse la necessità di intervenire tempestivamente per risolvere situazioni potenzialmente critiche, con particolare riferimento per quanto concerne l'ingresso degli addetti nei luoghi di lavoro".

Nei porti del Sistema portuale di Livorno e Piombino non si registrano particolari criticità. Lo afferma oggi in una nota la stessa Authority. L'Adsp ha avviato nei giorni scorsi una ricognizione generale per monitorare l'andamento della situazione vaccinale e valutare la presenza di eventuali problemi relativi allo svolgimento in sicurezza del lavoro nei porti del Sistema. "Il riscontro - si legge nella nota - ha avuto un esito negativo. Le imprese che sino ad oggi hanno risposto alle richieste di chiarimento hanno sostanzialmente fatto sapere di non avere particolari problemi operativi". Inoltre in una nota a firma del segretario generale, Matteo Paroli, l'Adsp ha peraltro invitato le imprese ad adeguare i propri protocolli anti-contagio aziendali.

Nei cinque porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi "non temiamo particolari situazioni di criticità, scioperi o blocchi" legati all'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass. Lo assicura il segretario generale dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, precisando che "nei nostri cinque porti il tasso di vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%". Vespasiani spiega che "da subito, quando abbiamo visto come si stava evolvendo la situazione a Trieste, abbiamo avviato una indagine esplorativa, dalla quale è emerso che tra i dipendenti delle nostre imprese portuali", quelle che si occupano di logistica e servizi all'interno dei porti, "il tasso di vaccinazione è altissimo, arrivando in alcuni casi alla totalità del personale vaccinato". Vespasiano precisa, ancora, che a contribuire a questa capillare diffusione dei vaccini tra il personale portuale "è stato il punto vaccinale organizzato dall'Autorità portuale negli scali, con almeno 4mila dosi somministrate e che ha coinvolto non soltanto i nostri dipendenti ma anche diverse categorie di operatori portuali e molti marittimi imbarcati per esempio sulle navi da crociera, per i quali sarebbe stato impossibile vaccinarsi in altro modo"

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