(dell'inviato Fausto Gasparroni)
(ANSA) - AEREO PAPALE, 06 DIC - Essere inciampato - e quasi
caduto - sulla scaletta dell'aereo ad Atene non ha tolto a papa
Francesco la voglia di parlare con i giornalisti al seguito del
suo viaggio a Cipro e in Grecia. E in oltre 35 minuti di
conferenza stampa, nonostante la brevità del volo di ritorno a
Roma, tocca molti temi: dal rapporto con gli ortodossi alla
voglia di andare a Mosca, dall'"arretramento" della democrazia
al "naufragio di civiltà" sui migranti, dagli abusi in Francia
alla rimozione, da lui stesso definita "un'ingiustizia",
dell'arcivescovo di Parigi Michel Aupetit, fino
all'"anacronismo" dell'Unione Europea sul Natale.
PRESTO UN INCONTRO COL PATRIARCA KIRILL - Il Pontefice
considera "non lontano" un incontro col patriarca di Mosca e di
tutte le Russie Kirill. "Credo che la prossima settimana venga
da me il metropolita Hilarion per concordare un possibile
incontro", spiega, "perché il patriarca deve viaggiare, non so,
in Finlandia, ma non sono sicuro". "Io sono sempre disposto ad
andare a Mosca. Per dialogare con un fratello non ci sono
protocolli: il fratello è fratello".
E da Mosca arriva immediatamente la conferma: il metropolita
Hilarion dice infatti che discuterà con il Papa a fine dicembre
di un possibile nuovo incontro tra il patriarca Kirill e
Francesco, riporta la Tass. Il luogo e la data dell'incontro
sono ancora da definire. Kirill e Bergoglio si sono visti per
uno storico 'summit' all'Avana nel 2016.
LA 'FRATELLANZA' CON GLI ORTODOSSI - Come altri "fratelli",
il Pontefice ricorda l'arcivescovo ortodosso di Cipro
Chrysostomos e quello di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos,
incontrati in questo suo viaggio. "Siamo fratelli - dice -. Ci
diciamo le cose in faccia, non balliamo il minuetto, ma come
fratelli. È bello vedere litigare dei fratelli, perché
appartengono alla stessa madre, la madre Chiesa". "La storia ci
ha diviso - prosegue -, ma noi dobbiamo andare insieme, dobbiamo
camminare e lavorare in unità e per l'unità. Io sono
riconoscente a Ieronymos, a Chrysostomos e a tutti i patriarchi
che hanno questa voglia di camminare insieme". "I teologi
continuino a studiare, questo ci fa bene - aggiunge Francesco -,
ma nel frattempo dobbiamo andare insieme, lavorare insieme,
pregare insieme. L'unità sarà nel futuro, ma comincia oggi, per
questa strada". Il Papa ricorda anche di aver chiesto "scusa" a
Chrysostomos per le divisioni causate dai cattolici e le loro
opposizioni durante la guerra d'indipendenza. E che la
"sinodalità" degli ortodossi sia esempio per la Chiesa
cattolica.
POPULISMI E 'IMPERI' RISCHI PER LA DEMOCRAZIA - "Contro la
democrazia oggi vedo due pericoli - spiega Francesco -: uno sono
i populismi, che qua e là cominciano a far vedere le unghie.
Penso al grande populismo del secolo scorso che è stato il
nazismo". "Un altro modo di indebolire la democrazia, più
lentamente - osserva -, è quando si sacrificano i valori
nazionali, verso un 'impero', un governo sovranazionale. È una
cosa che deve far pensare".
"SUL NATALE L'EUROPA È FUORI DAL TEMPO" - Il documento
dell'UE in cui si sconsigliavano riferimenti al Natale "è un
anacronismo", dice il Papa. "Nella storia - ricorda -, tante
dittature hanno cercato di fare queste cose, si pensi a
Napoleone, o alla dittatura nazista, alla comunista". "Oggi è
una moda, di una laicità annacquata, è acqua distillata. Ma non
funzionò durante la storia", aggiunge Francesco, puntando anche
il dito contro "le colonizzazioni ideologiche, di cui l'UE non
deve farsi veicolo". "Questo potrebbe arrivare a dividere, a far
fallire l'Unione - avverte -. La varietà dei Paesi non si deve
uniformare, ogni Paese ha la sua peculiarità la sua singolarità
che anche l'unità deve rispettare".
SUI MIGRANTI SI RISCHIA IL 'NAUFRAGIO DELLA CIVILTÀ' - "Se
non risolviamo il problema dei migranti rischiamo di far
naufragare la civiltà", ammonisce Bergoglio, che a chi alza muri
e fili spinati dice che "perde il senso della propria storia":
"ma ricordati quando eri tu un migrante e non ti lasciavano
entrare". Il papa pensa a una maggiore collaborazione e intesa
tra Stati e al ruolo che dovrebbe esercitare l'Ue sulla
"distribuzione dei migranti". Che vanno "accolti, accompagnati,
promossi e integrati". Quando invece vengono respinti "tornano
sempre nelle mani dei trafficanti": ed è per questo che
lasciarli sulle coste libiche "è una crudeltà".
ABUSI IN FRANCIA E CASO AUPETIT - Il rapporto Ciase sugli
abusi in Francia il Papa non l'ha letto e ne chiederà
incontrando presto i vescovi d'Oltralpe. Ma questi studi, a suo
avviso, andrebbero fatti "per settori di tempo", perché gli
abusi e le coperture di 60-70 anni fa vanno interpretati con
l'"ermeneutica dell'epoca", quando la prassi era appunto
"coprire, come anche nelle famiglie", e non quella di oggi.
L'arcivescovo di Parigi mons. Michel Aupetit, invece, è stato
vittima "del chiacchiericcio, che ne ha distrutto la fama: uno
che ha perso la fama così pubblicamente non può governare. E
questa è un'ingiustizia". Francesco cita "piccole carezze,
massaggi, che Aupetit faceva alla segretaria". "Non è il peccato
più grave - osserva -. E' stata una mancanza del sesto
comandamento, ma non totale. E in genere i peccati della carne
non sono i più gravi. Ho accettato le sue dimissioni non
sull'altare della verità, ma sull'altare dell'ipocrisia".
(ANSA).