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Papa: domani 10 nuovi santi, anche Brandsma e De Foucauld

Da Italia 5,Francia 3,Olanda e India uno. Mattarella a cerimonia

(di Fausto Gasparroni) (ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 14 MAG - Sulla facciata di San Pietro da giorni campeggiano i grandi arazzi con le immagini dei dieci beati - sei uomini e quattro donne - che domani papa Francesco proclamerà santi. Nella piazza tutto è pronto, anche con le decorazioni floreali fornite per l'occasione dai Paesi Bassi, per accogliere la messa presieduta dal Pontefice sul sagrato della Basilica e le decine di migliaia di fedeli dalle nazioni d'origine dei nuovi santi: quindi oltre che dall'Italia, patria di cinque canonizzandi, anche dalla Francia (tre), India e appunto Olanda (uno ciascuna).
    E ogni Paese sarà rappresentato anche dalle delegazioni ufficiali: quella italiana capeggiata dal presidente Sergio Mattarella, che così avrà modo di salutare per la prima volta il Pontefice dopo la rielezione, e dopo l'appuntamento mancato a Firenze lo scorso 27 febbraio, quando Francesco diede forfait causa dolore al ginocchio.
    Si prepara dunque una grande festa di fede, capace di ricordare quelle pre-pandemia. E l'unica incognita è proprio il persistente dolore al ginocchio destro che da mesi condiziona gli impegni di Francesco e da oltre una settimana lo costringe a partecipare alle udienze su una sedia a rotelle: domani potrebbe anche indurre il Papa a delegare la celebrazione della messa al prefetto per le Cause dei santi, card. Marcello Semeraro, mentre lui porrebbe il suo sigillo pronunciando le formule di canonizzazione e l'omelia. Di sicuro, dopo la recita finale del Regina Caeli, non mancherà il giro di Bergoglio in Piazza San Pietro sulla 'papamobile', con la possibilità di 'sforare' anche oltre il territorio vaticano, attraversando Piazza Pio XII e il primo tratto di Via della Conciliazione per salutare i pellegrini lì presenti.
    Tra i nuovi santi, i nomi che più spiccano sono quelli del religioso francese Charles de Foucauld (1858-1916), visconte di Pontbriand, esploratore del Sahara e studioso della lingua e cultura dei Tuareg, pioniere del dialogo con civiltà e fedi diverse. E del prete olandese Titus Brandsma (1881-1942), martire del nazismo, giornalista di testate cattoliche che non mancò di opporsi agli occupanti hitleriani e finì internato a Dachau, dove fu ucciso con un'iniezione di acido fenico. Una petizione promossa da alcuni giornalisti olandesi lo ha proposto al Papa come nuovo co-patrono della categoria, insieme a San Francesco di Sales. C'è anche il primo beato indiano, Lazzaro detto Devasahayam (1711-1752), ex ufficiale assassinato da un gruppo di soldati a causa della sua conversione al cristianesimo.
    Gli altri sono tutti religiosi: i francesi Cesar De Bus (1544-1607), fondatore della Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, e Marie Rivier (1768-1838), fondatrice delle Suore della Presentazione di Maria. Quindi i cinque italiani: il sacerdote bergamasco Luigi Maria Palazzolo (1827-1886), fondatore dell'Istituto delle Suore delle Poverelle; il prete napoletano Giustino Maria Russolillo (1891-1955), fondatore della Società delle Divine Vocazioni e della Congregazione delle Suore delle Divine Vocazioni; la piemontese morta in Uruguay Maria Francesca di Gesù Rubatto (1844-1904), fondatrice della Suore Terziarie Cappuccine di Loano; la palermitana Maria di Gesù Santocanale (1852-1923), fondatrice delle Suore Cappuccine dell'Immacolata di Lourdes; e la veneta Maria Domenica Mantovani (1862-1934), in religione Giuseppina dell'Immacolata, co-fondatrice e prima superiora dell'Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia.
    Di tutti loro, oggi sull'Osservatore Romano, il card.
    Semeraro dice che hanno "risposto agli impulsi dello Spirito che li spingeva a soccorrere i poveri, istruire i bisognosi, assistere gli ammalati, curare le vocazioni, ma anche tracciare vie nuove nella ricerca di Dio. I loro piedi impastati di terra non impedivano loro di decollare, di sognare, di credere alla poesia del Vangelo. Sono stati grandi costruttori di pace in tempi difficili come i nostri, tra sfide ardue e rischiose.
    Piedi saldi e grandi sogni sono strumenti essenziali per la santità". (ANSA).
   

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