(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 01 APR - Il vescovo cattolico di
Odessa-Simferopol, mons. Stanislav Shyrokoradiuk, ritiene che
uno dei motivi principali dell'invasione dell'Ucraina è il modo
in cui la popolazione russa è stata male informata: "Noi ucraini
siamo le vittime della guerra, il popolo russo è vittima della
propaganda", ha detto alla fondazione pontificia Aiuto alla
Chiesa che Soffre. Secondo mons. Shyrokoradiuk la guerra "non è
un conflitto tra i nostri due popoli", tuttavia le persone che
vivono in Russia non hanno accesso a informazioni complete,
"quindi molti di loro sostengono il governo russo". Questo
aggiunge più carburante all'aggressività. "Spero che i loro
occhi si aprano, in modo che possa arrivare la pace", afferma il
prelato.
Mons. Shyrokoradiuk sottolinea che il suo Paese non ha
alternative all'indipendenza, alla libertà e all'orientamento
verso l'Europa. "Questa è la nostra strada che abbiamo scelto.
Vogliamo continuare così, anche se per tutti noi è una via
crucis". Il vescovo afferma che la sua città di Odessa si trova
attualmente nell' "epicentro della guerra". Ogni giorno ci sono
sirene di raid aerei e attacchi. "Tante rovine, tante lacrime,
tanto sangue nel nostro paese". Nel primo mese di guerra
centinaia di bambini sono stati uccisi o gravemente feriti. "I
bambini hanno perso mani o piedi durante il bombardamento; è
terribile!".
La situazione è tesa negli altri due porti nord-orientali di
Kherson e Mykolaiv. Kherson è stata completamente occupata e,
nonostante l'esercito russo si sia ritirato da Mykolaiv, ci sono
attacchi aerei quotidiani, spiega il vescovo Shyrokoradiuk.
Nella notte tra il 28 e il 29 marzo un attentato ha distrutto
anche un edificio appartenente alla parrocchia cattolica,
riferisce il vescovo. "Tuttavia molte persone a Mykolaiv
vogliono restare, e questa è la mia grande preoccupazione". Sono
rimasti anche tutti i sacerdoti nelle zone di conflitto. "I
sacerdoti guidano di villaggio in villaggio portando alla gente
beni di prima necessità. Sono molto impegnati nel loro lavoro,
anche se è molto pericoloso".
Poiché il passaggio marittimo è interrotto, la diocesi di
Odessa-Simferopol ha organizzato i propri veicoli merci, che
prelevano cibo e medicine da Leopoli, spesso a rischio della
vita. Leopoli è il punto centrale di distribuzione delle merci
che arrivano dalla Polonia e dai paesi occidentali. L'assistenza
umanitaria nella regione di Odessa è ora in gran parte
assicurata, afferma il vescovo: "Aiutiamo indipendentemente
dalla religione o dalla nazionalità: a Odessa vivono persone
provenienti da 120 nazioni".
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha già messo in campo molti
aiuti e si è impegnata a finanziare ulteriori veicoli in modo da
garantire l'approvvigionamento a favore delle persone dei
villaggi remoti. "Siamo molto commossi dalla solidarietà",
conclude il vescovo Shyrokoradiuk. (ANSA).