(dell'inviata Manuela Tulli)
(ANSA) - KIEV, 05 MAG - Kiev potrebbe vedere nei prossimi
giorni la visita della Segreteria di Stato vaticana, nella
persona del Segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul
Richard Gallagher. "Si sta preparando" conferma il Nunzio a
Kiev, mons. Visvaldas Kulbokas. In realtà si doveva già
realizzare nei giorni passati ma mons. Gallagher è risultato
positivo al Covid e poi "bisogna far coincidere le due agende,
ma si sta preparando" conferma lasciando intendere che potrebbe
avvenire a breve. Si tratta della prima visita della Segreteria
di Stato vaticana a Kiev dall'inizio del conflitto. In Ucraina
per la Santa Sede sono venuti finora, inviati dal Papa, i
cardinali Konrad Krajewski e MIchael Czerny.
Mons. Kulbokas apre le porte della sua Nunziatura che,
nonostante la maggiore calma che si respira a Kiev, sirene a
parte, è rimasta quella dei primi giorni del conflitto.
Materassi al piano terra per evitare di dormire nei piani
superiori, porte d'ingresso interne ancora protette da tavoloni
e mobili. "Dalla Domenica delle Palme", il 10 aprile l'
'ambasciatore' del Papa in Ucraina è tornato a vivere nei suoi
spazi, come anche i suoi collaboratori. "Ma non si sa come la
situazione evolverà", dice nel corso di un incontro con la
fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, al quale era
presente l'ANSA. L'altare invece è 'tornato' in cappella. Per un
mese e mezzo la Messa veniva celebrata in cucina, un ambiente
più protetto dalle mura e senza finestre.
In un angolo il Nunzio ha una specie di reliquiario: un
Vangelo e una Bibbia in parte bruciata ritrovati a Borodjanka.
Ci sono poi le schegge che hanno danneggiato la statua della
Madonna di Fatima al seminario di Vorzel. Kulbokas parla di quei
luoghi, e in particolare di Bucha, con le lacrime agli occhi.
"Mi viene sempre da piangere quando penso a Bucha, so che cosa
significa", dice ricordando quel Venerdì Santo con
l'Elemosiniere del Papa quando ancora venivano esumate le salme
dalle fosse comuni. "Vedrei molto volentieri un pellegrinaggio
di Papa Francesco in quei luoghi della sofferenza", ammette.
"Confidiamo nel suo ruolo e nel fatto che lo Spirito Santo lo
accompagna", ha detto l'arcivescovo lituano.
Il Nunzio parla con dolore della situazione di questi oltre
due mesi di guerra, delle donne violentate, dei civili uccisi,
dei bambini che hanno vissuto o visto sofferenze indicibili. Una
situazione che però ora molto difficile sul piano diplomatico.
Lui non si arrende e prosegue nella sua "diplomazia dei piccoli
passi". In questo contesto sottolinea l'esperienza del Consiglio
panucraino delle Chiese che deve mostrare "unità nell'affrontare
la situazione attuale. La mia speranza è che questa unità non
soltanto si conservi ma progredisca ancora di più. Così siamo
fratelli come popolo e come Chiesa". (ANSA).