Il Piemonte guidato dal
centrodestra è stato diffidato da 27 associazioni e dai
ginecologi abortisti per "la mancata applicazione delle linee
guida ministeriali per l'interruzione volontaria di gravidanza
con metodo farmacologico", la pillola Ru486. La diffida arriva
dalla rete 'Più di 194 voci Torino' e da Laiga, la Libera
associazione italiana ginecologi per l'applicazione della legge
194.
"La Regione Piemonte - affermano gli autori della diffida -
non solo non si è ancora adeguata alle nuove linee di indirizzo
nazionali, ma ne ostacola l'applicazione. E nel caso di
interruzione di gravidanza con metodo farmacologico, continua a
richiedere il ricovero fino a tre giorni".
L'accusa viene respinta al mittente dalla Regione. "Lo stop
piemontese alle linee guida Speranza - replica l'assessore
Maurizio Marrone - è in linea con la legge 194 e tutela la vera
libertà di scelta e salute della donna".
"Le associazioni femministe - dice Marrone - hanno già fatto
un buco nell'acqua al Tar contro l'ingresso del volontariato di
tutela materno infantile negli ospedali e nei consultori, e
ripeteranno il flop con questa diffida: è proprio la legge 194 a
chiarire che il consultorio è luogo di informazione e assistenza
e non sede dove eseguire le interruzioni di gravidanza".
"Il ministro Speranza - rimarca - non ha osato replicare
nulla alle argomentazioni giuridiche e tecniche con cui la
Regione Piemonte ha motivato il rifiuto delle linee guida".
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