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Scarsa o mancata aderenza terapeutica: “Quali conseguenze cliniche e economiche per il SSN?

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Scarsa o mancata aderenza terapeutica: “Quali conseguenze cliniche e economiche per il SSN?

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Responsabilità editoriale di PANACEA Società Cooperativa Sociale

La situazione della Regione Campania e del Lazio

13 maggio 2021, 10:45

PANACEA Società Cooperativa Sociale

PressRelease - Responsabilità editoriale di PANACEA Società Cooperativa Sociale

7 milioni di persone in Italia sono colpite da malattie croniche, si stima però che solo la metà assuma i farmaci in modo corretto e fra gli anziani le percentuali superano il 70%. Le cause di mancata o scarsa aderenza ai trattamenti sono molteplici: complessità del trattamento, inconsapevolezza della malattia, follow-up inadeguato, timore di reazioni avverse, decadimento cognitivo e depressione. Tutti aspetti acuiti dall’avanzare dell’età e dalla concomitanza di altre patologie. Per fare il punto in Campania e nel Lazio, Motore Sanità ha organizzato il Webinar ‘IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI, DAL BISOGNO ALL’AZIONE’. Terzo di 5 appuntamenti, il road show, realizzato grazie al contributo incondizionato del Gruppo Servier in Italia, Sanofi, Iqvia e Intercept, coinvolgerà sul tema dell’aderenza alle cure i principali interlocutori a livello locale: clinici, istituzioni, cittadini e pazienti.

La Regione Campania, con 5 milioni e 700 mila residenti, ha una percentuale di over-65 pari al 17,9%, più bassa rispetto alla media nazionale del 22%, ma colpita pesantemente da diverse patologie: il 29% degli uomini e il 33% delle donne soffrono di ipertensione, con un aumentato rischio cardiovascolare pari al 18% per gli uomini e al 15% per le donne in età avanzata. Secondo i dati ISTAT 2014, la prevalenza del diabete in Italia è del 5,5% mentre in Campania è del 6,9%, con una mortalità tra le più alte a livello nazionale.

Nel Lazio, con una popolazione numericamente sovrapponibile alla Campania, il 2.4% è costituito da pazienti multi-cronici ad alta complessità, il 12.5% a medio-bassa complessità eil 19.5% ha una sola patologia cronica. Il restante 65.6% non ha patologie croniche ma si stima che il 18.2% abbia almeno due fattori di rischio legati a scorretti stili di vita. Il livello di aderenza terapeutica è molto differente a seconda della condizione clinica e tipologia di farmaco prescritto.

“Le malattie croniche non trasmissibili sono ritenute in Italia responsabili del 90% dei decessi totali che si verificano ogni anno: in particolare, le malattie cardiovascolari (41%), i tumori (29%), le malattie respiratorie croniche (5%) e il diabete (4%). Nonostante esistano terapie farmacologiche efficaci per trattare tali condizioni, circa un paziente su due non assume i farmaci in maniera conforme alla prescrizione medica. Nel Lazio è stato sviluppato un modello di stratificazione del rischio della popolazione, MiStraL, che consente alle ASL e ai Distretti di conoscere la distribuzione della popolazione assistita per le diverse patologie croniche ed il grado di aderenza alle linee guida Evidence Based ed ai relativi trattamenti farmacologici. L’analisi è disponibile fino al livello del singolo MMG allo scopo di fornire uno strumento utile ad attivare programmi di audit e feedback finalizzati al miglioramento della qualità delle cure. È da sottolineare che una parte importante della variabilità nell’aderenza alla terapia è attribuibile alla struttura che ha dimesso il paziente, sottolineando l’importanza di porre attenzione al tema della continuità terapeutica ospedale-territorio”, ha spiegato Marina Davoli, Dipartimento di Epidemiologia del SSR Regione Lazio.

“L’allungamento dell’età media di vita consegue un aumento delle malattie croniche, la cui gestione è fortemente influenzata dalla mancata aderenza terapeutica che, ad oggi, costituisce un problema nazionale. Ogni singolo Sistema Sanitario Regionale dovrebbe inserire la gestione dell’aderenza tra le proprie priorità a livello gestionale e valutare tutta una serie di attività volte al suo contenimento, al fine di ottenere benefici non solo in termini di riduzione delle polimorbidità e della mortalità. Inoltre, è auspicabile implementare sistemi di monitoraggio atti a valutare l’aderenza alle terapie farmacologiche per le principali patologie croniche in modo da intervenire tempestivamente sulle eventuali inappropriatezze prescrittive riscontrate e creare un contatto diretto tra clinici, farmacia ed assistiti. Una governance attenta all’aderenza terapeutica consentirà nel medio e lungo periodo notevoli vantaggi non solo in termini di asset assistenziale, ma sull’intero percorso di cura del paziente”, ha dichiarato Ugo Trama, Direttore UOD Politica del Farmaco e Dispositivi, Regione Campania

“L’aderenza alla prescrizione nelle malattie cardiovascolari croniche è fondamentale per un’ottimale efficacia clinica della terapia. La semplificazione degli schemi terapeutici e l’impiego delle terapie di combinazione e le polypill possono essere di enorme aiuto soprattutto nei pazienti con diverse comorbidità che necessitano di assumere numerose compresse ogni giorno”, ha detto Massimo Volpe, Direttore UOC Cardiologia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università La Sapienza di Roma

“Nelle malattie cardiovascolari il livello di aderenza è basso sia nella prevenzione primaria sia in condizioni croniche con trattamenti protratti nel tempo, come si osserva per l’ipertensione arteriosa o per la dislipidemia. Al contrario l’aderenza è generalmente più elevata nei pazienti affetti da patologie acute. Un momento critico è quindi rappresentato dalla dimissione dall’ospedale che prevede il passaggio da un regime “sorvegliato” ad un contesto di convinzioni, stile di vita, livello culturale e responsabilità autonome del paziente. A tale riguardo, l’utilizzo di associazioni precostituite e l’estensione del concetto di “polypill” a diversi contesti clinici possono rappresentare una soluzione efficace nella Real-life. Queste soluzioni terapeutiche rappresentano un investimento, dal momento che l’ottimizzazione della terapia e l’aumentata aderenza comporterebbero una riduzione in termini di costi diretti e indiretti a medio e a lungo termine. Gli attuali registri di monitoraggio rappresentano un’opportunità clinica per l’effettiva comprensione dell’aderenza al trattamento insieme allo sviluppo di piattaforme dedicate per la telemedicina, potrebbe consentire un monitoraggio più frequente e attento delle terapie, con un potenziale impatto favorevole sull’aderenza terapeutica e sugli outcome clinici”, ha sostenuto Paolo Calabrò, Professore di Cardiologia, Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” - UOC di Cardiologia Clinica e Direzione Universitaria AORN Sant'Anna e San Sebastiano, Caserta

In sintesi, dall’incontro è emersa la necessità di una call to action, una necessità cioè di azioni concrete per migliorare l'aderenza ai percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti. L’aderenza rappresenta infatti un fattore chiave di successo per la salute pubblica e per la governance del Sistema Sanitario Regionale, una garanzia di efficienza delle cure e della sostenibilità economica. Dai diversi rappresentanti delle istituzioni pubbliche, dai clinici e dalle associazioni di cittadini è arrivata la proposta di sviluppare strumenti di valutazione concreti dell’aderenza per monitorare e correggere i comportamenti che impattano sulla scarsa aderenza e l'implementazione delle tecnologie che facilitano i pazienti a seguire il percorso di cura. La proposta dell'inserimento di un indicatore sintetico di aderenza nel nuovo sistema di garanzia può rappresentare una opportunità di valore e di indirizzo per tutti gli attori chiave.

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