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Malattie croniche:Nuovi approcci assistenziali, evoluzione digitale, specifiche figure professionali

PressRelease

Malattie croniche:Nuovi approcci assistenziali, evoluzione digitale, specifiche figure professionali

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Responsabilità editoriale di PANACEA Società Cooperativa Sociale

14 settembre 2021, 19:45

PANACEA Società Cooperativa Sociale

PressRelease - Responsabilità editoriale di PANACEA Società Cooperativa Sociale

Superare la frammentazione dei servizi in sanità e realizzare un’integrazione del percorso di cura del paziente. Per fare questo, la sanità digitale si è dimostrata essere ottimo strumento di supporto. L’emergenza COVID-19 ha messo in evidenza la mancanza di una rete che rendesse possibile la fruibilità delle informazioni da parte di tutti gli attori coinvolti (istituzioni, operatori sanitari e pazienti) e che permettesse soprattutto al medico di gestire in modo adeguato e in sicurezza il paziente al domicilio. Telesorveglianza domiciliare, teleconsulto, tele-monitoraggio e telemedicina rappresentano strumenti di innovazione per pazienti cronici e fragili. Con lo scopo di valutare possibili miglioramenti nell’organizzazione sanitaria e in quella territoriale MOTORE SANITÀ ha organizzato il Webinar ‘DIGITAL HEALTH E GOVERNO CLINICO REGIONALE: FOCUS PIEMONTE’, realizzato grazie al contributo incondizionato di NOVARTIS ed IT-MeD.

“Il termine Digital Health – in italiano Sanità Digitale – non è qualcosa di nuovo: l’uso dell’informatica nella gestione della sanità ha più di cinquant’anni, sebbene ancora una decina di anni fa, negli Stati Uniti, meno del 2% degli ospedali risultassero completamente informatizzati. È stata quindi una crescita lenta, ovunque nel mondo. Le esperienze si sono moltiplicate negli ultimi dieci anni anche in Europa ed in Italia. Certamente la pandemia da n-SARS-CoV-2 ha impresso un’ulteriore accelerazione all’uso delle tecnologie informatiche nella gestione della sanità e nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Ad oggi i principali aspetti che ne limitano tanto l’efficacia quanto la diffusione sono sostanzialmente due: 1) l’interoperabilità, ossia la possibilità di scambiare dati tra sistemi diversi, evitando la moltiplicazione di basi dati contenenti in parte le stesse informazioni, inserite più volte da operatori diversi, con la perdita di tempo e la probabilità di immettere dati errati ed incongrui che ne conseguono; 2) la disponibilità di infrastrutture che consentano a tutti i cittadini di accedere in modo soddisfacente alla rete, cosa non scontata anche solo in piccoli centri della provincia di Torino. Il primo aspetto si traduce anzitutto nella perdita di tempo di operatori sanitari costretti ad inserire più volte gli stessi dati e ad “interpretare” dati incongrui, vedendo così ridotto il tempo che possono realmente dedicare alla cura del paziente. Il secondo aspetto limita la possibilità del cittadino di accedere sia ad attività amministrative – quali prenotare esami, ritirare referti e svolgere attività “di sportello” – sia alle possibilità che oggi la Telemedicina potrebbe mettere a disposizione, quando opportuno, e che limiterebbero gli spostamenti delle persone, la creazione di liste d’attesa e l’affollamento degli ambulatori. Queste due limitazioni sono, ad oggi, presenti ovunque nel mondo e su queste ci si deve concentrare se si vuole riuscire ad ottenere il massimo beneficio dalle possibilità offerte dalla tecnologia odierna, che, se ben utilizzata e supportata da una necessaria “educazione digitale” del cittadino, potrebbe consentire di migliorare gli standard di assistenza, la qualità del lavoro degli operatori della sanità e nel contempo contenere i costi”, ha spiegato Marco Knaflitz, Responsabile Ingegneria clinica del Politecnico di Torino

La Fimmg promuove per le patologie croniche, politiche di passaggio da un'assistenza “reattiva” a un’assistenza “proattiva” affinché le cure primarie diventino il punto centrale dei processi assistenziali con forti collegamenti con il resto del sistema. La Medicina Generale può contribuire efficacemente a rallentare l'insorgenza e l'evoluzione delle patologie croniche, presidiare la prevenzione e la promozione di corretti stili di vita e contribuire alla sostenibilità della spesa sanitaria. Come? Attraverso l'adozione di nuovi approcci assistenziali, professionali e organizzati, utilizzando sistemi informativi evoluti a supporto delle attività assistenziali; avvalendosi dell'ausilio di figure professionali (collaboratore di studio e infermiere adeguatamente formati);promuovendo la creazione di team multi-professionali che puntano al miglioramento continuo (gestione integrata) con una chiara condivisione dei ruoli e del lavoro tra MMG e Specialista. La scelta che indichiamo è la strada di una sanità d’iniziativa che investa nella realtà più vicina al cittadino, la sanità territoriale, valorizzando da subito i Medici di medicina generale per rafforzare le capacità e le potenzialità assistenziali, favorire lo sviluppo di nuove competenze professionali, sostenendo quelle già possedute. OPeNet, strumento innovativo ed efficace nella gestione dei pazienti cronici, in grado di mettere in connessione MMG e MS tramite comunicazione diretta, è una tecnologia che favorisce  la medicina d'iniziativa e processi di integrazione ospedale-territorio”, ha detto Roberto Venesia, Segretario Regionale FIMMG Piemonte

Affinché si realizzi una vera e propria trasformazione digitale della sanità occorre andare oltre la digitalizzazione dei servizi esistenti e innovare tutti i fattori che concorrono alla gestione del percorso terapeutico del paziente – ha dichiarato Francesco Barbieri, Head of Embrace Line di Novartis Italia. Lavoriamo per realizzare un modello di sanità basato su una visione sistemica, connessa e integrata; che possa favorire lo sviluppo di una medicina d’iniziativa, sempre più proattiva e collaborativa, che pone al centro le esigenze del cittadino. Novartis è stata pioniera nel riconoscere il nuovo ruolo del Medico di Medicina Generale con la linea Embrace: una rete nazionale di professionisti, gli Embrace Advisors, specificamente preparati sul tema delle cronicità, che operano sul territorio. Dei veri e propri consulenti di patologia in grado di supportare il MMG nell’individuazione dei pazienti cronici su cui attivare un percorso di co-gestione con i centri ospedalieri. Oggi, la nostra relazione con i MMG si evolve ulteriormente grazie allo sviluppo di nuovi canali di collaborazione e piattaforme innovative per migliorare la gestione del paziente cronico: supporto tecnologico, telemedicina e monitoraggio a distanza. In pratica, ciò che può favorire un’efficace ‘medicina d’iniziativa’ verso i bisogni dei pazienti”.

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