(ANSA) - ROMA, 26 MAR - Le udienze in videoconferenza nel
processo tributario "sono un fallimento: per problemi tecnici,
per scarsità di dotazioni e, forse, per una carente
dimestichezza col mezzo tecnologico da parte degli organi
giudiziari. La naturale conseguenza è che, a quattro mesi
dall'approvazione delle regole tecniche per lo svolgimento delle
udienze da remoto, la maggioranza delle Commissioni Tributarie
procede ancora con l'udienza "cartolare", ossia con il deposito
di memorie scritte e senza alcuna discussione orale tra le parti
in giudizio". Lo scrive il presidente dell'Unione nazionale
giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungedcec)
Matteo De Lise, sostenendo come il rischio è che "questa
trattazione documentale potrebbe non consentire alle parti di
comprendere tutti gli aspetti critici del contenzioso, portando
ad uno svilimento di diritti garantiti quali l'effettività del
contraddittorio e il diritto di difesa". Nell'ambito del
contenzioso tributario, osserva il vertice del sindacato dei
professionisti, "una maggiore spinta verso l'udienza da remoto
potrebbe contribuire a un ritorno ai livelli di efficienza che
la giustizia tributaria ha registrato poco prima della pandemia,
dando così finalmente attuazione alla normativa sulle udienze a
distanza". Si assiste ad "una situazione per niente priva di
diseguaglianze territoriali e che porta con sé il rischio che al
"collo di bottiglia" rappresentato dai giudizi pendenti in
Cassazione, si aggiunga quello del pregresso di merito, dovuto
alle difficoltà di smaltimento che l'emergenza sanitaria ha
contribuito a produrre", si chiude la nota. (ANSA).