(ANSA) - ROMA, 03 MAG - "Basta con informazioni fuorvianti
sul tema delle lauree abilitanti per le professioni": ad
invocare chiarezza è il presidente del Consiglio nazionale dei
periti industriali Giovanni Esposito all'indomani di articoli
apparsi su alcuni media nazionali, secondo i quali il Piano
nazionale di ripresa e resilienza prevederebbe l'abolizione
dell'esame di abilitazione alla professione, "perché" sottolinea
Esposito, "non è così". Il Pnrr "è molto chiaro, prevede
testualmente la semplificazione delle procedure per
l'abilitazione all'esercizio delle professioni, rendendo l'esame
di laurea coincidente con l'esame di stato, con ciò
semplificando e velocizzando l'accesso al mondo del lavoro da
parte dei laureati. Rendere l'esame di laurea coincidente con
quello di abilitazione non mi pare voglia dire sopprimere o
abolire quest'ultimo, ma piuttosto semplificarne le procedure,
senza per questo, come più volte affermato, svilirne la
qualità". Come si attuerà, aggiunge il vertice dell'Ordine, "è
tutto da scrivere. Certo è che lo strumento per attuare il Piano
esiste già, ed è rappresentato dal Ddl Manfredi presentato
l'autunno scorso dall'allora ministro dell'Università, ora in
discussione in Commissione alla Camera, secondo il quale l'esame
di Stato può sì essere contestuale alla discussione della tesi,
ma solo nei percorsi di laurea per i quali "il tirocinio
pratico-valutativo per l'accesso alle professioni regolamentate
sia svolto all'interno del corso. Ma anche qui", precisa il
presidente dei periti industriali, "vale la pena fare chiarezza.
Quando verrà approvato il Ddl prevederà che il nuovo modello di
abilitazione possa essere applicato alle lauree magistrali a
ciclo unico, alle lauree professionalizzanti e infine ad altri
titoli universitari che consentono l'accesso a determinate
professioni e sui quali noi periti industriali abbiamo chiesto
di essere ricompresi". Per Esposito, l'esame "rappresenta una
tappa imprescindibile di un sistema di tutela dell'utenza anche
in forza di quanto previsto dall'articolo 33 della
Costituzione", sopprimerlo "vorrebbe dire abolire il valore
legale del titolo di studio che nel nostro Paese ha ancora una
sua funzione e svolge un'attività di garanzia del valore
sostanziale che lo Stato fornisce". (ANSA).