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Uccise compagna e portò via figlie, sentenza slitta per Covid

decisione il 15 marzo

Uccise compagna e portò via figlie, sentenza slitta per Covid

Imputato positivo, la decisione rinviata al 15 marzo

SASSARI, 08 febbraio 2022, 10:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà scritta il 15 marzo la parola fine sul processo di primo grado che si celebra in Corte d'Assise a carico di Francesco Baingio Douglas Fadda, il 45enne di Sassari accusato dell'assassinio della sua compagna 41enne di origine ceca, Zdenka Krejcikova, morta in conseguenza di una ferita da coltello riportata in un bar di Sorso il 15 febbraio 2020. La Corte di Sassari, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, a latere Gian Paolo Piana, avrebbe dovuto emettere la sentenza oggi, ma tutto è saltato perché l'imputato, che si trova nel carcere sassarese di Bancali, è positivo al Covid-19.
    Aggiornate anche le repliche del pm Paolo Piras e dei legali di parte civile, l'avvocata Teresa Pes per la madre della vittima e l'avvocato Pietro Diaz per le sue figlie, che hanno chiesto un risarcimento di almeno 600mila euro a testa. Il pm ha chiesto l'ergastolo per Fadda, ritenendolo responsabile di omicidio volontario aggravato da premeditazione, commesso nei confronti di una persona alla quale l'autore era legato da una relazione e commesso con crudeltà, nonché di resistenza, tortura, porto abusivo di coltello e sequestro di persona. La richiesta di proscioglimento era stata avanzata nel corso dell'ultima udienza dall'avvocato Lorenzo Galisai, dal difensore di Fadda che ha sempre respinto le contestazioni. Secondo il difensore, "né la perizia prodotta dall'accusa né le testimonianze sciolgono i dubbi e provano che a ferire la vittima sia stato Fadda". Secondo l'accusa, invece, sabato 15 febbraio 2020 Zdenka Krejcikova, dopo un litigio col compagno, era scappata dalla casa di via Tiziano per rifugiarsi nel bar sotto casa, dove l'uomo l'aveva raggiunta e ferita con un coltello da cucina per poi caricarla in auto assieme alle figlie e scappare fino a Ossi, abbandonandola agonizzante in un appartamento di via Spinoza, vicino alla guardia medica. La vittima era stata soccorsa su un'ambulanza, ma i tentativi di salvarle la vita erano stati vani. 
   

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