"Sui vaccini non ci possono essere
morti di serie A e serie B. Siamo sempre stati favorevoli alle
vaccinazioni, tant'è che c' eravamo subito prenotati e Zelia si
è fidata dalle istituzioni ed è stata tradita. Nelle perizie c'è
il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e la
morte di mia moglie". Così Andrea Nicosia, il marito di Zelia
Guzzo, l'insegnante morta a seguito di una trombosi dopo essersi
sottoposta a vaccino, ha commentato la scelta di manifestare
questa mattina davanti al Tribunale di Gela. Nei giorni scorsi
la Procura di Gela ha chiuso l'indagine a carico dei medici e
degli infermieri che hanno avuto in carico la donna. Per i pm
"non ci sono correlazioni di rilievo penale" tra la
somministrazione del vaccino AstraZeneca e la morte
dell'insegnante "imputabili a medici o sanitari che hanno avuto
in cura la donna". L'inchiesta nei confronti di ignoti era per
omicidio colposo. Lo scorso primo marzo la donna si era
sottoposta al vaccino con Astrazeneca insieme al marito. Undici
giorni dopo i primi sintomi, poi il ricovero per una grave
trombosi in Rianimazione, dove è morta qualche giorno dopo.
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