"A marzo del 1992 Ciolini, un uomo
vicino ai Servizi e alla estrema destra viene arrestato e gli
trovano un'agenda con numeri della Cia, della Dea americana. A
un certo punto scrive una lettera al giudice istruttore di
Bologna annunciando una nuova strategia della tensione e
annunciando l'omicidio di un politico della Dc e che da maggio
a luglio ci sarebbero state una serie di esplosioni finalizzate
alla creazione di un nuovo ordine deviato massonico. Otto giorni
dopo, viene ucciso Salvo Lima".
Lo racconta l'ex procuratore generale di Palermo Roberto
Scarpinato audito dalla commissione regionale Antimafia parlando
del contesto in cui maturarono le stragi del '92 e riferendo di
un progetto eversivo finalizzato a destabilizzare le istituzioni
che avrebbe visto come protagonisti mafia e apparati deviati
dello Stato.
"Ciolini - spiega - disse che il piano era della mafia, della
Ndrangheta, della massoneria e della destra eversiva e aggiunse
che ci sarebbe stata una seconda fase per distogliere l'opinione
pubblica dall' impegno contro la mafia. E arrivano le stragi del
93" .
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