Mille interrogativi vengono posti
dalle tragedie di Eschilo scelte per la riapertura del Teatro
Greco di Siracusa, ieri sera al debutto: "Coefore" ed
"Eumenidi", per la regia di Davide Livermore. Agli interrogativi
di Eschilo, Livermore aggiunge i suoi e lo spettacolo,
bellissimo, è destinato a rivivere e a essere ripensato a lungo
dagli spettatori. Successo pieno, attori eccellenti, musiche
straordinarie di Andrea Chenna, per narrare della distruzione di
un regno, quello degli Atridi, dilaniato dai delitti e dalle
colpe. Il ponte, il legame con il resto del mondo, è crollato e
il regno è stato ricoperto di neve. Tutto è stato congelato,
sospeso, in attesa di un atto riparativo che tarda a venire.
Dall'ordine il regno è crollato nel caos, quando dopo 10 anni
Oreste torna ad Argo, è ormai un uomo deciso a vendicare
l'omicidio del padre Agamennone, decisione voluta anche da
Apollo. Livermore prende questi sofferenti personaggi e li
trasporta negli anni 40, durante la seconda guerra mondiale.
Anni che vedono la caduta di stati e monarchie. Anni di
dittature. La regia di Livermore è particolarmente attenta,
raffinata, appassionata. Ma quando la Giustizia viene corrotta o
inquinata il rischio della dittatura o della perdita della
civiltà democratica è sempre dietro l'angolo. I limiti della
Giustizia sono i limiti degli uomini e nel finale, rapidamente,
scorrono le immagini di casi irrisolti della Giustizia italiana,
dall'Itavia alla morte di Moro, da Peppino Impastato alla strage
che uccise Falcone. A ciascuno il suo Aereopago. Applausi a non
finire. Repliche fino al 31 luglio.
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