Il tasso di crescita delle imprese
siciliane nel 2021 si attesta all'1,63%, più che raddoppiato
rispetto al 2020 quando era a +0,78%. La Sicilia, nell'anno
appena passato, chiude con un saldo di +7.701 aziende e si
colloca al quinto posto nella classifica delle regioni italiane
alle spalle di Lazio, Lombardia, Campania e Puglia. Inoltre,
l'Isola supera la media di crescita italiana, che si ferma a
+1,42%. Nel 2021 in Sicilia si sono registrate 22.915
iscrizioni, 15.214 cessazioni, il saldo positivo come detto è di
7.701, per un totale di imprese registrate che ammonta a
478.967. Sono i dati di 'Movimprese' relativi alla
nati-mortalità, forniti dall'Osservatorio di Unioncamere
Sicilia.
"Possiamo affermare certamente che, nonostante la pandemia
scoppiata nel marzo del 2020 che tanti danni e fallimenti ha
portato, il 2021 è risultato un anno molto positivo anche perché
superiamo di poco la media nazionale e siamo a ridosso di
importanti regioni e più avanti rispetto ad altre
tradizionalmente più vivaci - dice Pino Pace, presidente
Unioncamere Sicilia - Molte aziende proseguono un complesso e
difficile percorso di resistenza e stanno facendo di tutto per
provare a venire fuori dal tunnel buio, noi imprenditori abbiamo
il dovere di crederci fino in fondo e l'incidenza delle nuove
imprese è un segnale di conforto. Crediamo che questo 2022
davvero possa essere l'anno decisivo per la ripartenza",
conclude Pace.
In testa alla speciale classifica per imprese registrate
svetta ancora una volta Catania, dopo Palermo e Messina, seguite
da Trapani, che stacca Agrigento, Siracusa e Ragusa, chiudono
Caltanissetta ed Enna. "Il tasso complessivo di crescita delle
imprese in Sicilia all'1,63% è un dato di fiducia e facendo un
paragone con il saldo aziende delle altre regioni emerge che
siamo davanti a Piemonte. Toscana, Veneto ed Emilia Romagna"
sottolineaSanta Vaccaro, segretario generale Unioncamere
Sicilia.
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