Il secondo, Sciascia, non ci
sarebbe stato senza il primo, Pirandello. Nasce da questa
deduzione, che a sua volta si nutre della "assunzione di
paternità" che il maestro di Racalmuto ebbe nei confronti del
drammaturgo e premio Nobel di Girgenti, l'idea di costruire una
sorta di corto circuito fra i due autori, pietre miliari del
pensiero del Novecento. L'occasione sarà il convegno "Pirandello
e Sciascia, figli della stessa terra", che si svolgerà ad
Agrigento, a Villa Genuardi, il 3 e 4 settembre prossimi. Due
giornate di incontri, studi e performance teatrali che, insieme
a una mostra fotografica con gli scatti di Angelo Pitrone e una
dozzina di immagini d'archivio della Soprintendenza vedranno un
nutrito parterre di intellettuali, storici, letterati e artisti.
Da un'idea di Michele Benfari, Soprintendente dei Beni Culturali
e Ambientali di Agrigento, la manifestazione, col contributo
dell'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità
Siciliana, ha la direzione artistica di Salvatore Ferlita,
critico e docente di Letteratura italiana contemporanea alla
Kore di Enna.
Ad introdurre le due giornate di studi, venerdì 13 settembre
alle 18:30, sarà proprio Salvatore Ferlita con "Girgenti e
Regalpetra, Spoon River mediterranee", un'analisi comparata di
alcuni paesaggi letterari e reali dei due autori dove si
documenta il legame, prima intellettuale e poi affettivo ed
esistenziale, di Sciascia con Pirandello. "Un legame molto
personale, quasi viscerale - spiega il critico letterario - che
spinse Sciascia in ogni momento della carriera di scrittore a
tornare allo scrittore agrigentino, tanto da rivolgersi a lui, a
un certo punto, chiamandolo 'padre'".
In programma anche la mostra fotografica "Pirandello e
Sciascia, figli della stessa terra", una rilettura di luoghi
iconici dei due autori attraverso l'obiettivo di Angelo Pitrone,
e lo spettacolo di Gianfranco Jannuzzo "La provincia dei destini
incrociati": una performance teatrale che sulla rotta di un
rigoroso quanto evocativo percorso tematico - le lucciole, il
potere, il Risorgimento tradito, la luna, la mafia, la follia,
l'infanzia e la morte - vede il popolare attore agrigentino
orchestrare un coro a due voci con brani dei due autori. Un
dialogo immaginario e impossibile tra i due letterati siciliani
già avviato da Sciascia nell'intervento commemorativo
pronunciato a 50 anni dalla morte del Maestro di Girgenti,
quando affermava:"Tutto quello che ho tentato di dire è stato
sempre, per me, anche un discorso su Pirandello".
" Un 'discorso' - dice il presidente della Regione Nello
Musumeci - che oggi va avanti anche attraverso le Giornate di
studio nei luoghi che segnarono profondamente entrambi, dove il
pirandellismo e la sicilitudine sono tangibili, vivi, attuali
come le tematiche affrontate nei capolavori dell'uno e
dell'altro: la condizione umana e sociale, l'impegno civile, la
giustizia, l'isolamento, la ricerca della verità".
"Pirandello e Sciascia - sottolinea l'Assessore dei Beni
culturali e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà - hanno
espresso, attraverso la loro opera, tutta l'inquietudine
dell'Uomo, ma anche la profonda bellezza di un popolo nella cui
vene scorrono millenni di storia, la cui identità è frutto di
stratificazioni, di visioni che hanno prodotto una capacità di
vedere il mondo con vis critica e occhio disincantato. A loro,
dai Beni Culturali, un omaggio alla memoria nella ricorrenza dei
cento anni della nascita del Maestro di Regalpetra".
"Era impossibile - commenta il soprintendente Michele
Benfari - non evocare ed omaggiare nella loro Agrigento, il
rapporto fra questi due grandi maestri del pensiero del
Novecento, "figli della stessa terra" come dice il titolo del
convegno e della mostra".
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