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Mostre: Michele Canzoneri sulle orme di Don Chisciotte

Mostre: Michele Canzoneri sulle orme di Don Chisciotte

Fino al 30 giugno nella Chiesa S. Eulalia dei Catalani a Palermo

PALERMO, 04 maggio 2022, 18:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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«Don Chisciotte» di Cervantes è uno dei libri più belli che siano mai stati scritti. Difficile sottrarsi alla malìa delle avventure del gentiluomo «con la fantasia piena di tutto quello che leggeva nei suoi romanzi».
    Con la mostra «Orma di Ronzinante. Pagine della terza lettura di Miguel de Cervantes», che si inaugura domani alle 19 nella sede dell'Instituto Cervantes a Sant'Eulalia dei Catalani, Michele Canzoneri racconta il suo approccio alla lettura di un romanzo «che non si finisce mai di leggere». Sono pagine e pagine di riflessioni e appunti visivi che, grazie all'impegno della ispanista Maria Caterina Ruta, possiamo oggi ammirare raccolti in un corpus espositivo straordinario. Canzoneri ha sempre lavorato ai limiti del tempo, ricercando il presente nelle tracce luminose del passato, descrivendo su fogli di carta antica le storie che portano alla genesi delle sue realizzazioni più importanti, come le tante bellissime vetrate - scultura che, attraverso la luce, reinterpretano i testi sacri nel Duomo di Cefalù, nella Cappella della Chiesa di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo, o in quella realizzata per il Cenacolo di Gerusalemme. O, invece, trasforma le carte su cui interviene con tecniche miste e materiali preziosi in opere compiute, come nel caso del suo «Chisciotte», per il quale ha utilizzato fogli datata fra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, l'epoca in cui visse Cervantes.
    La narrazione inizia dall'«Orma di Ronzinante» e dal suo faticoso peregrinare al seguito del cavaliere errante, fino alla caduta e alla «Dissoluzione di Ronzinante» in trasparenze luminescenti, che richiamano le atmosfere di Turner. Perché questo viaggio di Canzoneri ci sembra essere non solo una meditazione sul capolavoro dello scrittore spagnolo, ma anche e soprattutto una matura riflessione sulle immagini dell'arte: dal rosso riflesso di Don Chisciotte ispirato a Picasso, al biancore trasparente del Beato Angelico, alle figure allungate di El Greco appena tracciate, ai segni di Dalì, alle visioni quasi folcloriche che declinano i fantasmi di eroi di carta in un raffinato tripudio cromatico. È un lungo viaggio, che passa per la traduzione in pittura del testo, ritrovandone le affinità di linguaggio e le coincidenze che uniscono il racconto poetico e al lavoro figurativo. Un'avventura che si conclude nella suggestiva «Cavalcata al chiaro di luna», col riflesso di Don Chisciotte che insegue il suo sogno per l'eternità illuminato dalla luce lunare. «Ma benché sia il corno della luna or la mia gloria, grande ammirazione per le prodezze vostre in cuor mi nacque».
    I testi di presentazione sono di M. Caterina Ruta e Silvano Nigro. La mostra fa parte dell'undicesima edizione della Settimana delle culture ed è visitabile fino al prossimo 30 giugno.
   

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