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Terremoto: la pasionaria, tempi lunghi per tornare

A Capodacqua luce elettrica nel 1907, ora neanche un lampione

(ANSA) - ARQUATA DEL TRONTO, 21 AGO - "La voglia di tornare c'è, ma i tempi si annunciano ancora lunghi e le nostre speranze tendono a scemare". Berardina Di Cesare è una delle tante "pasionarie" che in questi cinque anni, dal 24 agosto 2016, non hanno mai smesso di battersi per il territorio di Arquata del Tronto ferito dal terremoto. Originaria del posto, lavorava a La Spezia, ma dopo la tragica notte del 24 agosto si è fatta trasferire ad Ascoli. Un amore viscerale per questa terra martoriata; non a caso accoglie l'ANSA indossando una maglietta con stampata l'immagine di Adriano Celentano, che in queste zone ha girato il film "Serafino". Parlerebbe ore di Capodacqua, la sua frazione, di com'era, di come proprio nei giorni antecedenti il sisma erano state eseguite opere di manutenzione a edifici, spazi di ritrovo. Poi è tutto finito. A Capodacqua sono rimasti in piedi il tempietto ottagonale della Madonna del Sole adottato dal Fai e una imponente costruzione: esternamente sembra intatta, ma dentro ha danni irreparabili e soprattutto il terremoto l'ha messa fuori asse e quindi dovrà essere demolita. "Da fare c'è ancora tanto e francamente questa fiducia sulla ricostruzione che aleggia in certi ambienti non la condivido appieno" racconta Berardina Di Cesare, per tutti Bera: "sì, qualche gru comincia a vedersi, ma sono davvero pochissime al momento e tutte fuori dalla zona rossa. Io e i miei compaesani ci siamo battuti per il tempio della Madonna del Sole e siamo riusciti a farlo mettere in sicurezza grazie al Fai. Ma niente altro è stato fatto. Ogni tanto ci dicono che sono stati stanziati fondi, ma non succede nulla. Ci piacerebbe sapere come e quando verrà restaurato". Ma c'è anche il problema case; nessuno risiede a Capodacqua ed è una cattedrale nel deserto il centro di aggregazione recentemente inaugurato fra le macerie. "Da quello che sappiamo probabilmente Capodacqua verrà ricostruita qui dov'era, anche se alcune case verranno spostate, seppur di poco. Non ci sono comunque posti letto per chi vorrebbe passare qualche giorno qui, per gli arquatani lontani. Fa male vedere che in una frazione come Capodacqua, che aveva l'energia elettrica nelle stalle nel 1907, adesso non c'è neanche un lampione pubblico. I pochi faretti, compresi quelli al cimitero, li abbiamo messi con alcuni amici, in particolare Alessio Centoni, volontariamente". Da tempo sono in corso lavori per la strada delle Tre Valli umbre, collegamento fondamentale fra il Piceno e Norcia. Il tratto è aperto, benché con gli inevitabili disagi derivanti dal traffico a senso unico alternato. "Prima ancora c'era la Nursina per andare a Norcia, ma il terremoto l'ha danneggiata; però - conclude Berardina Di Cesare - mentre l'Anas, la Provincia di Perugia e il Comune di Norcia a marzo 2017 hanno iniziato i lavori di consolidamento del costone danneggiato, sul versante marchigiano c'è solo un appalto che viaggia a velocità ridotta e arrivare a Forca Canapine dal versante ascolano è quindi un serio problema". (ANSA).
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