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Difesa sindaco Norcia, condanna mina sistema Prociv

Per legali decisione "in contrasto con diritto e giustizia"

(ANSA) - NORCIA (PERUGIA), 25 MAR - "Una sentenza che mina alla base l'agire dell'intero sistema della Protezione civile nazionale": così gli avvocati Luisa Di Curzio e Massimo Marcucci, difensori del sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, commentano la sentenza del tribunale di Spoleto su "Casa Ancarano", centro polivalente realizzato dopo il terremoto del 2016, con la quale il loro assistito e altri due imputati sono stato condannati a un anno e tre mesi con l'accusa di abuso edilizio. Per i legali la decisione "è in contrasto con il diritto e con la giustizia". "Si valutano i fatti - sostiene la difesa di Alemanno - come se si fosse trattato di comportamenti in tempo 'ordinario' e non durante una delle più importanti emergenze che il Paese ha dovuto affrontare nel dopoguerra. Un evento che per dimensione del danno, estensione territoriale e caratteristiche non ha eguali in Italia. Chi si attiverà più, con propri atti in deroga, sulla base del disposto delle ordinanze del Capo Dipartimento di Protezione civile, se questi, assunti in momenti straordinari e contingenti, vengono poi riletti da altri zelanti funzionari dello stesso Stato, e considerati, a 'tavolino' non applicabili?. Neppure sono valse le dichiarazioni dell'allora Capo Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, unico a poter fornire l'interpretazione autentica di una sua ordinanza". "Il rammarico - per gli avvocati Di Curzio e Marcucci - è per coloro che oggi, cercando di dare risposta ai bisogni della popolazione colpita dal sisma, rispondendo ad una fortissima richiesta di solidarietà, ha operato nel solo e precipuo suo interesse, nel tentativo di offrire un concreto argomento per scegliere di restare in luoghi così difficili anziché abbandonarli, e oggi si ritrova condannato come un comune delinquente in ragione di una diversa interpretazione di due organismi dello stesso Stato". In base alla ricostruzione accusatoria, casa Ancarano non avrebbe avuto i criteri della temporaneità e non sarebbe stata funzionale a operazioni di soccorso, messa in sicurezza o realizzazione di strutture atte ad ospitare sfollati o servizi pubblici. (ANSA).
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