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Terremoto: 50 anni attività ma 'lontano' da Roccafluvione

Al ristorante di casa mister Mazzone. 'Giggi',Ascoli accogliente

(ANSA) - ASCOLI PICENO, 30 APR - "Tutto avrei pensato, meno di festeggiare 50 anni di attività lontano dalla mia Roccafluvione. Ma sono contento lo stesso perché Ascoli ci ha riservato un'accoglienza commovente, sostenendoci in un momento difficilissimo". E' una storia di resilienza quella che vede protagonista Luigi Argira, proprietario da mezzo secolo del ristorante "Ruspante" a Roccafluvione (Ascoli Piceno). Il terremoto del 2016 ha gravemente danneggiato la struttura e lo ha costretto a trasferirsi ad Ascoli, nei pressi dei giardini pubblici. Un sacrificio importante, sia dal punto di vista emotivo che economico, con un investimento rilevante. "All'inizio è stata dura - racconta 'Giggi', come tutti lo chiamano, compreso mister Carletto Mazzone, tra i suoi più affezionati clienti - Oltre ai tanti amici ascolani che ci venivano a trovare a Roccafluvione, ce ne siamo fatti però altri. Stiamo bene qui, abbiamo lavorato tanto in questi anni, ma contemporaneamente abbiamo investito molte risorse economiche per sistemare il nostro ristorante a Roccafluvione. Quella è la nostra casa ed è lì che voglio tornare, lasciando però aperta la possibilità di tenere comunque anche il nuovo ristorante ad Ascoli. Lo deciderò con la mia famiglia". Argira gestisce da sempre l'attività a conduzione familiare insieme alla moglie Annamaria, la figlia Clorinda e soprattutto il figlio Quirino che porta il nome del nonno che aprì l'attività nel 1972 'costringendo' il figlio Luigi ad abbandonare la carriera di carabiniere che aveva intrapreso. "Il terremoto è stato un momento terribile, - racconta - abbiamo avuto timore di non farcela, ma ci siamo guardati negli occhi con mia moglie e i miei figli e deciso di reagire nell'unico modo possibile: spostarci ad Ascoli, lavorare sodo ed accogliere la gente che ha ricambiato dandoci tanta fiducia e apprezzando la nostra cucina della tradizione. Che ne sarà del futuro? Lo scopriremo solo vivendo> conclude Argira accarezzando il nipote Leonardo, il futuro della famiglia di ristoratori piceni. (ANSA).
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