Confermare le condanne a 21 anni
di carcere per omicidio volontario inflitte in primo grado agli
imputati Jalal Hassissou e Soufyane El Khedar, accusati
dell'uccisione di Zeneb Badir, la donna 34enne marocchina morta
il 23 luglio 2018, dopo essere stata massacrata di botte in uno
stazzo tra Arzachena e Baja Sardinia, in Gallura. È la richiesta
avanzata questa mattina dalla procuratrice generale Maria
Gabriella Pintus ai giudici della Corte d'assise d'appello di
Sassari.
La Corte, presieduta dal giudice Salvatore Marinaro emetterà la
sentenza il 31 gennaio.
I due imputati, connazionali della vittima, difesi dagli
avvocati Cristina Cherchi e Agostinangelo Marras, per l'omicidio
della 34enne sono stati già condannati dalla Corte d'assise di
Sassari: secondo la ricostruzione processuale dei fatti,
contestati dalle difese che hanno chiesto l'assoluzione, la
donna, amica di Hassissou e El Khedar, era stata pestata a
sangue e lasciata per ore agonizzante in casa, prima di essere
accompagnata alla guardia medica di Arzachena e poi all'ospedale
di Olbia, dove era arrivata già in coma. I due uomini avevano
raccontato ai medici e ai carabinieri che le lesioni erano
dovute a una caduta. Poi, dopo un paio di ore Soufyane El Khedar
aveva confessato, dichiarando però che lui aveva solo assistito
al pestaggio e, anzi, aveva tentato invano di fermare il suo
amico. La Corte li aveva ritenuti entrambi responsabili
condannandoli a 21 anni di reclusione e al pagamento di una
provvisionale di 250mila euro a ciascuna delle tre figlie
minorenni della vittima, rappresentate dall'avvocato Damaso
Ragnedda.
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