Su pellicole Ferrania è impressa
la storia del cinema italiano tra gli anni '30 e gli anni '60:
Pasolini, Rossellini, Fellini, Lattuada e molti altri autori
l'hanno usata per i loro capolavori. Ora un documentario di
Diego Scarponi, 'Fantasmi a Ferrania', prodotto dalla bolognese
Kiné, ripercorre le vicende dell'unica fabbrica di pellicole
italiana, nata esattamente un secolo fa, nel 1921, nell'omonima
frazione dell'entroterra ligure, in Val Bormida. Il film sarà
presentato in anteprima nazionale giovedì 10 giugno a Bologna
nell'ambito del Biografilm Festival (ore 15.30, Pop Up Cinema
Medica Palace) e sarà in tour dal 17 giugno, prima tappa al Club
Amici del Cinema di Genova, per proseguire il 18 a Cairo
Montenotte (Savona), dove si trova l'ex stabilimento di
Ferrania, e poi a Firenze, Bologna, Torino, Livorno e altre
città.
In 'Fantasmi a Ferrania' il passato e il presente della
vallata e dei suoi abitanti vengono restituiti dal racconto dei
tre protagonisti, Alessandro Marenco, Andrea Biscosi e
Alessandro Bechis, ex lavoratori della fabbrica. Tra le
'macerie' dell'oggi e i fasti del passato, le voci dei
protagonisti si intrecciano ai materiali provenienti da archivi
pubblici e privati e a quelli provenienti dalla fabbrica: le
foto, le diapositive, la pellicola 35mm dei film di Pasolini,
Rossellini e Totò, i Super8 dei film di famiglia, le lastre
radiografiche.
"Raccontare Ferrania - spiega Scarponi - è un modo per
raccontare un territorio, per descrivere un secolo, il '900, ed
è anche il tentativo di rappresentare un processo, quello
industriale, che in Val Bormida - affiancando e sostituendo il
lavoro agricolo - ha garantito lavoro e benessere, ma a costi
altissimi per l'ambiente e la salute dei suoi abitanti.
Fatalmente, con la chiusura della maggior parte degli impianti
industriali della vallata, si è generato un enorme vuoto che
oggi pervade questo territorio".
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