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Paolo Maurensig, nel libro d'addio quello che non si cancella

Paolo Maurensig, nel libro d'addio quello che non si cancella

Esce postumo il 18 gennaio 'Il quartetto Razumovsky'

ROMA, 17 gennaio 2022, 19:38

di Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà vero che nell'aldilà i buoni vengono premiati e i cattivi puniti? Ci lascia con questa domanda Paolo Maurensig nel suo romanzo d'addio 'Il quartetto Razumovsky' che arriva in libreria postumo il 18 gennaio per Einaudi. Nel libro, Consegnato pochi giorni prima della sua morte improvvisa, avvenuta il 29 maggio 2021, lo scrittore che amava gli scacchi ci fa vedere come le cose non si cancellino mai del tutto e con quale passo terribile ci accompagnino fino alla fine. "Invidio di gran lunga coloro che fino all'ultimo istante mantengono la fede in una vita nell'aldilà, dove ci sia giustizia e assenza del male" ci dice Maurensing e poi si chiede: "Ma sarà così?". In una storia in cui la perfezione della musica classica, il fantasma del nazismo e vecchi segreti del passato che tornano a galla ci riportano ai temi dei suoi capolavori 'La variante di Lüneburg' e 'Canone inverso', ci troviamo davanti a un uomo, chiamato durante il Reich il Torturatore che pratica violenze nominate 'lezioni di canto'. E' Rudolf Vogel che, caduto il regime, trova rifugio con il nome fittizio di Mr. Fowl nelle comunità tedesche del Montana dove vive nell'angoscia di essere braccato e soffre di amnesie.
    Da giovane è stato un suonatore di violino, faceva parte del Quartetto d'archi Razumovsky che si è esibito a Berlino nel 1932 al cospetto di Hitler suscitando l'ammirazione della Germania intera. Dopo trent'anni si ritrova con i suoi amici per preparare un nuovo concerto insieme voluto dal carismatico leader e primo violinista del gruppo, Max Brentano, che muore però con un colpo di pistola a pochi giorni dall'evento. La scena non è quella di un suicidio. Chi ha sparato a Max? La storia si tinge di giallo e un po' alla volta si scoprono le carte del Torturatore, la sua omosessualità e gelosia, il suo gesto ignobile e segreto che aveva dato il via a una concatenazione di eventi che avrebbero spinto in un lager Victoria, violoncellista del quartetto, amata da Max, ora in una casa di riposo per demenza senile. Strutturato in tre atti, il romanzo si apre con le parole di Rudolf Vogel che definisce le pagine, scritte di suo pugno, "la confessione di un assassino". Arrestato subito dopo le esequie di Brentano, Vogel-Fowl dal carcere - dove la cosa che più pesa è l'attesa di essere giustiziato - ci racconta questa storia drammatica e potente in cui ad un certo punto spuntano una lettera accusatrice, una pistola Walther Ppk di fabbricazione tedesca e in cui assistiamo anche al tragico confronto tra un'ebrea sopravvissuta ai lager e il suo aguzzino. Mr Fowl, anagramma di Wolf, il lupo che avrebbe voluto essere, nel Montana scrive infimi romanzetti di genere e nel suo percorso tra passato e presente e salti dovuti alla sua amnesia, viene anche messo in dubbio che sia lui l'autore delle pagine.
    La fine del Quartetto d'archi Razumovsky ci mette difronte alla colpa e alla tragica fascinazione di alcuni uomini per il male assoluto. "Mi dica Mr Fowl, o forse devo chiamarla Herr Vogel, secondo lei, qual è il motivo ricorrente perché un uomo venga spinto a sopprimere un proprio simile?" chiede il pubblico ministero con il dito puntato verso di lui. Maurensig, che era nato a Gorizia il 26 marzo 1943, non ha potuto rivedere il testo per la stampa. La scelta dell'editore è stata quella di provvedere "alle correzioni indispensabili - errori evidenti, sviste, qualche ripetizione" ma, "per tutto il resto si è preferito mantenere la lezione dell'autore, nella convinzione che restituire la sua ultima versione sia sempre la scelta migliore" come sottolinea la nota editoriale a 'Il quartetto Razumosvsky" in cui ritroviamo la voce autentica dello scrittore.
   

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