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Hassan, l'artista che dipinge con i pugni

Hassan, l'artista che dipinge con i pugni

In 11 racconti 'Per le strade' pubblicati da Baldini+Castoldi

ROMA, 16 luglio 2021, 15:05

di Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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OMAR HASSAN, PER LE STRADE (BALDINI+CASTOLDI, PP 188, EURO 28.00)

Immerge i guantoni dentro il colore e picchia molto forte sulla tela montata su un compensato di legno durissimo. Poi, quando la tela è asciutta, la tira in un telaio e diventa un quadro a tutti gli effetti. Dipinge con i pugni Omar Hassan che con la sua action painting è stato il primo artista a portare un concetto sportivo nell'arte. Ex pugile, allievo di Ottavio Tassi, figlio della periferia multietnica dell'hinterland milanese, padre egiziano e madre milanese, Hassan ha dovuto lasciare la boxe a 19 anni per una grave forma di diabete. Oggi è un pittore di livello internazionale e ha voluto raccontare la sua storia in 'Per le strade', un'autobiografia in 11 racconti pubblicata da Baldini +Castoldi. "Undici racconti che sono tappe fondamentali di esperienze che ho avuto e che hanno segnato il mio percorso artistico. Storie che sono incastrate tra disegni, bozzetti, appunti, idee. Sono fogli che ogni artista ha nel proprio studio, sui quali scrivi i primi pensieri, le prime emozioni, sensazioni" dice all'ANSA Hassan che è stato tra i protagonisti del Festival Libro Possibile 2021 a Polignano a Mare, in provincia di Bari, con il suo debutto narrativo.

"Mi racconto nudo e crudo. Ogni artista quando crea quadri e sculture crea la propria anima e a volte è molto difficile far arrivare attraverso un'opera, magari astratta, il tuo vero pensiero. Questo libro ha voluto essere proprio una sorta di opera in sé, un quadro che potesse arrivare meglio a tutti" racconta Hassan e ci tiene a dire che all'arte non è arrivato per caso. "La pittura è sempre andata in parallelo con quello che facevo. Ho disegnato ovunque, quando ero bambino prendevo le botte dalla mamma perché si trovava i corridoi di casa dipinti con i pastelli a cera. E' sempre stata una pulsione che avevo dentro, finché un giorno c'è stata la presa di coscienza che non avrei potuto fare altro che occuparmi d'arte. Sono arrivato a dipingere con i pugni perché avevo già un percorso artistico alle spalle. Se ho potuto realizzare questi quadri e fare un grande rumore lo devo a questo. Non ho inventato niente, ho solo portato me stesso. Forse funziona per questo". Jackson Pollock per lui "è un maestro assoluto, ma credo che l'action painting - dice - fosse un po' ferma da tempo. Non si muoveva nulla, si era passati a installazioni neon, cose incomprensibili. Unendo questi miei due mondi si è creato un nuovo modo di approcciarsi alla pittura che ha già dato tutto e oggi chi fa un quadro si assume una vera e propria responsabilità. E poi unire i mondi fa parte di me: io sono un doppio, nasco in due culture e per me unire arte e musica, arte e sport, arte e letteratura è naturale" afferma. Di ogni quadro Hassan realizza un video che vale come autentica dell'opera.

Durante il lockdown ne ha realizzato uno con Sfera Ebbasta: "Lui voleva un mio quadro, io la sua musica. Così ho fatto un quadro per lui e poi abbiamo lasciato un messaggio la cui morale è 'sfidiamo chiunque a fare un lockdown senza nulla da ascoltare e nessun quadro da guardare'. Perché l'arte, il cinema sono stati chiusi, ma a casa se non guardavi un film o non leggevi un libro morivi, ma non contiamo nulla".

Quando fa i suoi quadri lascia tutto muto. "Mentre dipingo voglio che si senta il colpo. Picchio forte e l'unico suono che ci deve essere è quello del gesto pittorico. La musica è compagna di viaggio per tutto il resto. La cultura hip hop che racchiude writing, scritte, graffiti, rap fa parte di quello che ho vissuto e incide nella mia arte. Non a caso il titolo del mio primo libro è 'Per le strade'. Quello che un cantante riesce a fare davanti a 100 mila persone è quello che io vorrei che il mio quadro riuscisse a trasmettere. Quell'emozione, quel brivido che senti quando accendi l'accendino a un concerto insieme a tutti gli altri" spiega Hassan. Con la sua prima performance, a Londra nel 2015, Hassan ha fatto il botto totale. "Ne hanno parlato in tutto il mondo. Robert De Niro, Sharon Stone, Spike Lee hanno i miei quadri. Amo follemente l'arte ma mi annoio alle mostre, così ho scelto solo ed esclusivamente il contesto delle gallerie d'arte dove posso creare una performance live che emoziona durante l'opening. Realizzo un quadro che viene battuto all'asta per associazioni, beneficenza. Ho fatto molto per la ricerca sul diabete. Nella vita bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno. Lo dico sempre, siamo tutti pugili, ognuno ha le sue croci, vai giù, ti rialzi. A combattere sei tu" sottolinea Hassan che ha dedicato 'Per le strade' a Ottavio Tassi, "maestro dei maestri di pugilato". "La sua parola nel mondo del pugilato era legge. Finché c'era lui qualcosa sono riuscito a fare, dopo non si è potuto più proseguire. Ho sempre sposato la sua filosofia che diceva che per fare la boxe ci vuole intelligenza ma chi è intelligente non la fa. Allora ho optato per vincere da solo e farmi i quadri" saluta sorridendo. E il futuro? "Avrei paura a fare un figlio in questo momento. Il mondo è molto ipocrita, c'è tanta cattiveria, tanto odio, non c'è una condivisione onesta. C'è solo competizione" dice Hassan che vive tra Milano e Miami.

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