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Manzini, si rischia generazione di persone che si isolano

Manzini, si rischia generazione di persone che si isolano

Esce 'Le ossa parlano per 'Sellerio'

ROMA, 14 gennaio 2022, 11:27

Redazione ANSA

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(di Mauretta Capuano) ANTONIO MANZINI, LE OSSA PARLANO (SELLERIO, PP 397, EURO15). Sciolti molti nodi del passato in 'Vecchie conoscenze' Rocco Schiavone deve ricominciare da zero e non sarà facile. Il primo passo che fa è il distacco da Roma come Antonio Manzini ci racconta nelle prime pagine dell'undicesimo romanzo con protagonista l'amato vicequestore, 'Le ossa parlano', appena arrivato in libreria per Sellerio, ma il cuore della storia è l'infanzia violentata, abusata e negata. In un bosco vengono trovate delle ossa umane: sono quelle di un bambino, Mirko, scomparso sei anni prima, che la madre, una donna sola, non si è mai rassegnata fosse morto.
    "E' un po' una spada di Damocle. C'è sempre questa situazione terrificante della violenza ai bambini, sotterranea, di cui si comincia a parlare anche meno perchè non fa notizia, l'orrore di non fare notizia. Però i bambini continuano a essere violentati, abusati. Una delle cose più terribili che l'essere umano possa fare è negare l'infanzia ai bambini. Avevo visto una fotografia della guerra in Siria con una bambina che piange, il padre che l'abbraccia ma lei ha paura, ha perso l'infanzia, ha perso tutto" dice all'ANSA Manzini che riflette anche su come i piccoli e i ragazzi hanno vissuto questi anni di Covid. "Sono stati sbatacchiati. Mi dispiace tanto vederli così. Non vanno più a scuola che è l'unica esperienza sociale. Si rischia di fare una generazione di hikikomori, di persone che stanno dentro la stanzuccia a guardare i social e non escono più, non dialogano più con gli altri. Ho pensato che era il caso di parlare dell'infanzia negata, abusata. Mirko è un bambino a cui è stata negata non solo l'infanzia ma anche la vita. Buttato sul ciglio di una strada, è terribile" dice lo scrittore.
   

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