(di Daniela Giammusso)
"Caro diario, non sai che rabbia che
ho! È una bella giornata di maggio e vivo questi giorni di
primavera come un pazzo rinchiuso in manicomio". "Caro diario,
non ce la faccio proprio piùùùùù!!! Mio fratello è
insopportabile". "Mi sono appena svegliata e il profumo del tè
alla menta, del pane e delle spezie, riempie la mia cameretta.
La mia famiglia è in Ramadan, ma è tutto diverso rispetto l'anno
scorso". "Caro diario, oggi ti scrivo dal terrazzo di casa. Non
ricordavo quanto fosse bella la vista da qui: la mia scuola è la
prima cosa che guardo". A scrivere, ormai un anno fa, sono i
ragazzi dell'Istituto comprensivo statale A.R. Chiarelli di
Martina Franca (TA), chiusi in casa dalla pandemia e dai Dpcm,
lontano dalla scuola, dai compagni, dalla vita "normale".
Proprio dalle pagine dei loro diari è nato oggi un piccolo caso
editoriale, "Il tesoro di carta", romanzo scritto a quattro mani
da Roberta Leporati, che del Chiarelli è dirigente scolastico, e
Silvia Giannì, professoressa di lettere all'ITCG C. Matteucci di
Roma. In libreria con la prefazione della ministra della
giustizia Marta Cartabia, le prime 4 mila copie sono andate a
ruba, andando subito in ristampa (ed. All Around, pp. 144 -
11,00 euro, disponibile anche in ebook e audiolibro).
"Da tempo accarezzavamo l'idea di un progetto insieme",
raccontano le autrici all'ANSA. "L'idea - spiega la Leporati - è
nata proprio dalle pagine scritte dai miei alunni delle medie e
dai piccolini di quinta elementare: un piccolo tesoro di carta,
come il tiolo del libro, intorno al quali abbiamo costruito
un'avventura per ragazzi".
Tra Puglia e Lazio, a distanza, le due autrici hanno cominciato
a immaginare come tutto quello che abbiamo vissuto nel 2020
potrebbe essere visto dai ragazzi del 2050. Sono nati così
Antonio, piccolo super sportivo con il ciuffo all'insù;
Francesca, paladina dell'ambiente; Martina, per gli amici
"Fashion Matty". E poi Simone il secchione, Tommy un po' viziato
e spocchioso, Lorenzo il ribelle, Andrea che ha perso la mamma e
il papà. Ovvero i BB e i Vastasi Boys, due bande di bambini del
futuro che in trullo ritrovano un "antico" smartphone dei tempi
in cui i loro genitori avevano la loro stessa età. All'interno,
stralci di racconti su intere giornate passate chiusi in casa.
Ma perché? Partono così alla ricerca dell'anziana custode delle
pagine originali (scritte realmente dai ragazzi del Chiarelli),
scoprendo di quella sera al Tg quando un certo signor Giuseppe
Conte annunciò il lockdown. O dell'obbligo di girare con la
mascherina e della Dad.
"Il volto del domani dipenderà da come avremo vissuto questo
nostro inatteso e sconcertante oggi - scrive nella prefazione il
ministro Cartabia - Per questo, se c'è una priorità che si
impone con urgenza è quella dell'educazione. Le autrici hanno
colto l'occasione di questa circostanza per aprire nei ragazzi
domande profonde con la potenza della narrazione". "I diari -
aggiunge la Leporati - rivelano emozioni diverse. Alcune pagine
sono più intimiste, parlano di solitudine, mancanza di libertà,
del dispiacere di non potersi abbracciare o guardare negli
occhi. Altre, invece, sono molto divertenti, con le
interrogazioni on line e i trucchetti per non farsi 'sgamare' a
copiare. C'è poi l'affresco della vita familiare ai tempi del
lockdown, con mamme e papà in smartworking gomito a gomito con i
figli in Dad". Ma il bilancio di questo periodo è solo negativo?
"Il presupposto è che la didattica deve essere in presenza -
risponde la Giannì - Non credo si tornerà mai alla scuola di
prima, ma può essere anche un bene: alunni e docenti hanno
maturato competenze diverse, importanti". Non solo. "Per la
prima volta la scuola è entrate nelle case - incalza la Leporati
- Le famiglie hanno toccato con mano quanto sia importante e
difficile il ruolo degli insegnanti". E per i professori, com'è
andata? "Più di tutto è mancata la socialità, lo scambio con i
colleghi. Banalmente, l'aula professori", riflette la Giannì.
"Per il mio ruolo - aggiunge la Leporati - è stato difficile
prendere alcune decisioni, rassicurare gli alunni e anche il
personale davanti a protocolli inediti". E i ragazzi, cosa
pensano del libro? "Sono felici di ritrovarsi portavoce per
tanti coetanei - assicurano - Ora, chissà, BB e Vastasi
potrebbero anche diventare protagonisti di una serie di
avventure".
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