Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cristiano De André, 'Racconto papà e il suo idealismo'

Cristiano De André, 'Racconto papà e il suo idealismo'

A Venezia il doc 'Storia di un impiegato', che rivela anche tanto privato

VENEZIA, 10 settembre 2021, 13:37

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Cristiano De André con il padre - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cristiano De André con il padre - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cristiano De André con il padre - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Alessandra Magliaro, inviata a Venezia) 

Fabrizio De André, il suo idealismo, il suo guardare oltre i conflitti di quegli anni '70, il pacifismo e la difesa degli ultimi, un concept album come Storia di un impiegato uscito nel '73, ispirato al maggio francese, scritto con Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani. E quel che resta oggi di quelle speranze. "Resta che siamo qua e ne parliamo ancora, perché era avanti forse in quegli anni, attualissimo ancora, o forse atemporale come tutte le cose belle", dice Cristiano De André che con Dori Ghezzi porta oggi fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia 'DeAndrè#DeAndrè - Storia di un impiegato', con la regia di Roberta Lena.
    Un film che è un'immersione nel mondo di Faber, pieno di musica ovviamente, di spezzoni storici e dell'omonimo spettacolo che Cristiano ha portato avanti in questi anni, ma anche pieno di privato di De André, di scoperte e di emozioni. Come la villa di Portobello di Gallura, la casa tanto amata e che generosamente Cristiano ha aperto. Anche se il nostro maggio/ha fatto a meno del vostro coraggio/se la paura di guardare/vi ha fatto guardare in terra/se avete deciso in fretta/che non era la vostra guerra/voi non avete fermato il vento/gli avete fatto perdere tempo. Brividi ancora oggi a quelle parole: "C'è tanta attualità ancora nella canzone del maggio, si sente vento di dittature, di restrizioni della libertà. Mio padre aveva un sogno pacifista e mi fa felice quanto ai concerti sento cantare e commuoversi i ragazzi a queste parole", spiega De André che in Sala Darsena al termine della proiezione ufficiale regala un miniconcerto al pubblico. "Dialogare e capirci, Fabrizio non ha mai spesso di dire come la pensava in modo sincero e onesto ed era deluso di non essere capito", aggiunge Dori Ghezzi.
    Il bello del film, in sala come evento speciale con Nexo il 25, 26, 27 ottobre, è anche guardare dentro le cose della famiglia. "Ho aperto le porte di Portobello - racconta Cristiano - la casa dove sono cresciuto e che amo, dove ho visto passare da bambino i grandi della commedia italiana, da Walter Chiari a Villaggio, da Marco Ferreri a Ugo Tognazzi (spezzoni di filmini familiari che sono una delizia ndr.), dove si passavano giornate intere a fare dibattiti e io dietro la porta ad ascoltarli. Mi piaceva condividere finalmente questo con il pubblico. Mio padre era un idealista, passava giornate a limare le parole, chiuso nel suo mondo e nel desiderio di comunicare concetti importanti pesando i termini, convinto di poter cambiare il mondo con una canzone, io ero un bambino avrei voluto la sua attenzione di padre. Ho capito tanto tempo dopo i suoi aneliti che non lasciavano spazio ad altro e quando finalmente ho capito è stato un momento meraviglioso perché ci siamo ritrovati e detti tutto.
    Adesso per me - conclude Cristiano De André - la cosa più bella portando il suo nome e la sua musica è vedere i ragazzi che abbracciano le sue parole così preziose, vorrei dire a papà che nessun suo pensiero era sbagliato". 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza