(di Marzia Apice)
EDI LAZZI, BUONGIORNO, LEI È
LICENZIATA. STORIE DI LAVORATRICI NELLA CRISI INDUSTRIALE.
(Edizioni GruppoAbele, pp.128, 12 euro). "Quando hanno chiuso
non ci hanno fatto più entrare, avevo le mie cose nei cassetti
della scrivania, i miei occhiali, l'agenda, delle fotografie,
avranno buttato via tutto, non ci posso pensare. Così allungo la
strada, evito di passarci davanti, faccio una deviazione, anche
quando sono in bicicletta per andare al parco". Sono parole che
fanno male quelle di Rosanna, che ha trascorso una fetta
importante della propria vita in una fabbrica, la Agrati di
Torino, e che poi da un giorno all'altro è stata lasciata a
casa, senza più un lavoro, senza dignità né prospettive per il
futuro. Come lei, tante altre donne hanno pagato in prima
persona la crisi industriale, e si ritrovano in un limbo di
attesa e frustrazione, troppo giovani per la pensione, troppo
vecchie per essere spendibili in un mercato del lavoro ostile.
Alle loro storie Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil
di Torino, ha dedicato il libro "Lei è licenziata", pubblicato
da Edizioni GruppoAbele, che raccoglie la testimonianza di
alcune lavoratrici di aziende del settore automotive un tempo
attive nel capoluogo piemontese e nel suo hinterland, e oggi
ormai chiuse, vendute o delocalizzate. Il libro si apre con
un'analisi oggettiva della crisi vissuta dall'industria
dell'automobile negli ultimi decenni, a cui segue un
ribaltamento di prospettiva con il racconto da un'ottica
soggettiva di ciò che il licenziamento ha determinato nella vita
di 12 operaie. Se c'è un merito del libro di Lazzi, come scrive
nella prefazione Francesca Re David, segretaria nazionale di
Fiom, è proprio quello di aver saputo "intrecciare la lettura
dei processi in corso al racconto vivo delle storie di donne che
hanno vissuto sulla propria pelle la durezza degli effetti
prodotti dal mancato governo delle riorganizzazioni
industriali". I numeri riportati nelle prime pagine appaiono
impietosi: "nel 2006-2007 si producevano a Torino più di
duecentomila autovetture. Nel 2019-2020 se ne sono prodotte,
nella media del biennio, ventinovemila, ovvero l'ottantasei per
cento in meno", scrive l'autore, che evidenzia come dal 2008,
anno dello scoppio della crisi globale, siano "andati in fumo
più di trentaduemila posti di lavoro e trecentosettanta aziende
metalmeccaniche hanno chiuso definitivamente i battenti per
fallimento o per cessata attività produttiva. La maggioranza dei
posti di lavoro persi è stata nell'automotive e nella sua
filiera". L'intento del libro è dunque legare questi dati alle
persone in carne e ossa: lavoratori e lavoratrici che non
soltanto si sono ritrovati senza stipendio, ma per i quali la
perdita del lavoro ha significato anche la fine di quegli
importanti legami sociali necessari per sentirsi parte di una
comunità. Con il risultato, inevitabile, che, in questa
situazione i singoli (ex) lavoratori diventino anche meno capaci
di agire collettivamente contro i soprusi e le prevaricazioni.
Gravissimo è che oggi questa compressione generalizzata dei
diritti nel lavoro venga quasi considerata una cosa normale, un
"male necessario" se si vuole continuare ad avere
un'occupazione. Nei racconti delle protagoniste traspare tutta
la rabbia per l'ingiustizia subita, accanto alla voglia di
riappropriarsi di una vita rimasta in sospeso. Ma, se molte di
loro vogliono combattere e riprendere il proprio posto nella
società, altre devono fare i conti con la rassegnazione o,
peggio, lottare contro la depressione. "Chiediamo di vivere la
vita, in modo semplice, ma di viverla. Vorremmo tornare a fare
il nostro lavoro di operai, siamo disposti a fare tutto il
necessario per tornare a lavorare", dice Maria Elena (ex
Embraco) con parole che fanno riflettere.
SALONE TORNO: IL LIBRO SARA PRESENTATO IL 14 OTTOBRE ALLE 18.45.
Con Edi Lazzi c'è Francesca Re David, (Segretaria Fiom
nazionale) e Marta Fana. Modera la giornalista Filomena Greco.
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