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Alla Festa del Cinema di Roma il 'grido' dei lavoratori in un documentario

Giornata Spettacolo

Alla Festa del Cinema di Roma il 'grido' dei lavoratori in un documentario

Casellati, bisogna investire

ROMA, 23 ottobre 2021, 18:52

(di Francesca Pierleoni)

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A volte "ho bisogno di gridare. E' doloroso sapere che l'investimento italiano nello spettacolo sia sceso così tanto da arrivare a essere quartultimo in Europa, dando a tutti noi una patente di inutilità sociale". Come "è doloroso vedere sacrificato l'impegno, l'entusiasmo, la genialità di tanti artisti e artigiani che pagherebbero pur di fare quello che sanno fare meglio di chiunque altro". Lo ricorda Elena Sofia Ricci nel documentario 'Grido per un nuovo Rinascimento', che ha aperto idealmente alla Festa del Cinema di Roma la prima Giornata nazionale dello spettacolo in programma il 24 ottobre, celebrazione nata dalla legge che 'dedica' questa data alla promozione delle "attivita' artistiche, musicali, coreutiche, teatrali e cinematografiche. che si tiene domani.

Un appuntamento per accendere i riflettori su un settore gravemente colpito dalla pandemia, con migliaia di persone rimaste a casa con teatri chiusi, tour bloccati e compagnie dismesse. Investire sullo spettacolo "deve essere una comune volontà politica, culturale, di oggi ma anche di domani. Un Paese che ha nel suo patrimonio genetico l'eccellenza della cultura non può rimanere agli ultimi posti delle classifiche europee per il livello di investimenti nello spettacolo" ha detto il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, introducendo il documentario, per il quale il red carpet si è arricchito di performance di artisti circensi.

Il film non fiction, che in sala è stato accolto da vari applausi a scena aperta, è il racconto ideato da Elena Sofia Ricci, Stefano Mainetti e Elisa Barrucchieri, dell'evento del 24 Giugno 2020 organizzato da artisti, tecnici e maestranze al Teatro 8 degli Studios in Roma, proprio per dare visibilità ai problemi del comparto dei lavoratori dello spettacolo. Una performance nella quale si sono fusi recitazione, performance, danza, musica, con decine di protagonisti nata per porre l'attenzione sia su chi va in scena o sul set sia sulle decine di mestieri dello spettacolo (hanno partecipato 160 associazioni di settore) non visibili e poco conosciuti (operatori di macchina, truccatori, tecnici, fonici, doppiatori, professionisti degli effetti speciali, direttori di edizione, scultori, musicisti, pittori….) ma tanto necessari alla creazione di queste arti quanto i volti amati dagli spettatori.

Ci si dimentica "che le nostre categorie lavorano tutte insieme a una creazione, siamo uniti" ricorda nel documentario la scenografa Livia Borgognoni.
"Credo che il lockdown sia stato solo un catalizzatore, che abbia amplificato le difficoltà di questo settore che già era in crisi - commenta Stefano Mainardi -. Stiamo cercando di riunire le nostre forze per far sì che le istituzioni possano darci una mano, creando qualcosa di fattivo per riportare in auge quella che per decenni è stata una delle voci più rappresentative del nostro Paese".
   

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