Bruxelles ribadisce i suoi
timori: il dominio delle Big Tech sul mercato degli assistenti
vocali con Assistant, Alexa e Siri mette a rischio la
concorrenza nel mercato unico. E per questo l'Antitrust nei
prossimi mesi potrebbe muoversi verso l'apertura di nuove
indagini.
"Il settore dell'Internet delle cose sta diventando sempre
più parte della nostra vita quotidiana. I risultati finali della
nostra indagine di settore confermano le preoccupazioni
individuate nella relazione preliminare. Questo è un mercato con
elevate barriere all'ingresso, pochi attori integrati
verticalmente e criticità sull'accesso ai dati,
l'interoperabilità o le pratiche esclusive", ha spiegato la vice
presidente Ue Margrethe Vestager, al termine dell'indagine di
settore condotta dai suoi servizi.
A seguito delle indicazioni di oltre 200 aziende di settore
attive in Europa, Asia e Usa, e di una consultazione pubblica, a
finire nel mirino Ue in via definitiva sono le pratiche
esclusive e vincolanti di vendita e uso degli assistenti vocali
di Google, Amazon e Apple, il loro controllo delle relazioni con
gli utenti grazie alla raccolta massiccia di dati, l'ampio
accesso ai dati a proprio vantaggio anche per penetrare i
mercati adiacenti, e la creazione di uno 'standard de facto' che
preclude l'interoperabilità nel settore, limitando la
funzionalità dei servizi di terze parti.
Le informazioni raccolte nell'indagine di settore potrebbero
portare all'apertura di nuovi casi antitrust nei prossimi mesi,
ma Bruxelles spera anche che l'analisi dia un segnale ai
mercati, stimolando le aziende "ad affrontare in modo proattivo
queste preoccupazioni", ha evidenziato Vestager. In
quest'ottica, "la Commissione prende atto della recente
revisione da parte di Amazon di alcune delle condizioni
applicabili ai suoi servizi di riordino automatico e
intelligente dei prodotti".
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