(di Francesco Bongarrà)
(ANSA) - LONDRA, 24 MAR - Una volta varata la delega fiscale,
che inizierà dalla Camera dei deputati il proprio iter
parlamentare, il governo italiano va a caccia di investitori
stranieri. Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo sceglie la
City di Londra per la prima presentazione all'estero della
riforma, che definisce "un progetto ambizioso che vuole cambiare
il verso della fiscalità del nostro Paese". E, pur se da remoto,
incontra all'Ambasciata d'Italia a Londra oltre un centinaio di
investitori britannici.
L'occasione è, nel giorno in cui la delega viene trasmessa
alla Camera, un Convegno organizzato da Belluzzo International
Partners, il cui titolo, "Destinazione Italia", non lascia
spazio a dubbi. Nell'aprire i lavori, l'Ambasciatore d'Italia
Inigo Lambertini sottolinea che la riforma fiscale arriva "per
stimolare sia gli investimenti sua l'attrazione del capitale
umano nel nostro Paese con una completa ristrutturazione
dell'attuale regime fiscale". Notizie che riscuotono la
curiosità degli investitori in sala, cui vengono illustrate
direttamente da Leo le principali innovazioni introdotte dalla
delega che il viceministro spero venga approvata da entrambi i
rami del Parlamento "entro la fine di maggio o gli inizi di
giugno, per poi poter dare corso ai decreti attuativi".
"Si tratta - ha spiegato - di un progetto ambizioso che vuole
cambiare verso alla fiscalità del nostro Paese aprendolo agli
investitori internazionali, con l'obiettivo di dare certezza ai
contribuenti e ridurre il carico fiscale", ha sottolineato,
ribadendo l'intento della riforma a "rendere attrattivo il
nostro Paese per gli investimenti esteri, cui verranno offerte
tutte una serie di rassicurazioni e semplificazioni nel regime.
Quanto al concetto di residenza fiscale, per Leo "è un po'
rigido attualmente. Per le persone fisiche, è il suo
ragionamento, dobbiamo dare maggiore certezza. Valutare
l'effetto sostanziale piuttosto di quello formale". Parimenti
qualcosa va fatto per le imprese, dove il cosiddetto "oggetto
principale" è "scivoloso" e "sicuramente ricrea delle difficoltà
anche interpretative per l'Amministrazione. Noi vogliamo fare in
modo che se un soggetto estero viene in Italia o un soggetto
italiano va all'estero si dia certezza al concetto di residenza
uniformandoci per esempio al modello OCSE, alle convenzioni
contro la doppia imposizione, che sono una stadio più avanzato
rispetto all'attuale approccio della nostra legislazione".
(ANSA).