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Npl Meeting 2021 guarda alla ripresa

Geertman, pubblico, privato e istituzioni sanno fare sistema

Milano ANSAcom

Il Covid non porterà a uno 'tsunami' nel mondo del credito e nei portafogli bancari. La crisi tra le imprese c’è, emergerà nei prossimi mesi ma i nuovi flussi di credito deteriorato, pari a 41miliardi nel 2022 e a 32 miliardi nel 2023, saranno comunque inferiori ai 71 miliardi registrati nel solo 2013 sia in valore assoluto, sia in termini percentuali. E' quanto emerge dal report Market watch NPL presentato all'Npl Meeting a Cernobbio dall'ad di Banca Ifis Frederik Geertman.

"E’ tempo di guardare avanti" dicono unanimi i 300 operatori presenti a Villa Erba per la decima edizione del meeting (e mille sono collegati in streaming) che col titolo "Recovery Builders" bene inquadra l’aria che si respira. "Possiamo dare un contributo alla ripresa" dice l'ad di Banca Ifis Frederik Geertman e lo ripeteranno, anche se con parole diverse, nei loro interventi anche gli altri protagonisti del settore da Marina Natale, ad di Amco a Bernardo Mattarella ad di Mediocredito Centrale, da Stefano Martarelli, executive director credit governance group CLO di Intesa Sanpaolo a Aurelio Maccario Head of Group Credit Risk di Unicredit.

Le previsioni sono migliori di quelle di inizio anno. Il totale delle esposizioni deteriorate (NPL e UtP) a fine 2021 dovrebbe attestarsi in Italia a 345 miliardi di euro cui 90 miliardi ancora sui libri bancari e il resto ceduto agli operatori del settore che giocano un ruolo importante nella stabilità del sistema finanziario. Lo stock nel 2023 dovrebbe toccare i 430 miliardi di euro di cui solo un quarto pesa sui bilanci bancari. Alla fine del 2021, lo stock dei crediti deteriorati nei bilanci bancari si attesterà a 90 miliardi di euro con un NPE ratio inferiore al 5% e un incremento a 113 miliardi di euro alla fine del 2023 (NPE ratio al 5,9%). Questo trend, spiega Banca Ifis, è la conseguenza dell'aumento del tasso di default nel 2022 per il termine delle moratorie, destinato a diminuire già nel 2023.

Le misure anticrisi hanno contenuto l’impatto dei crediti deteriorati sui bilanci bancari italiani: un impatto che sarà gestibile grazie alla maggiore efficienza del sistema bancario italiano e allo sviluppo del mercato NPL e dell’industria del servicing. Stando alle stime del report, l’Italia raggiungerà nel 2021 un NPE ratio (rapporto tra crediti deteriorati e totale crediti) di poco inferiore al 5% che si svilupperà in leggera salita al 5,9% nel 2023. Questo “permetterà alle banche di occuparsi del finanziamento e dell'economia reale”. La visione è comune e pubblico, privato e istituzioni fanno sistema: "questo è molto incoraggiante - tira le somme l'ad di Banca Ifis - Se le cose andranno anche diversamente da come abbiamo previsto ci sarà comunque un sistema che si saprà adattare, ogni operatore nel proprio ruolo collaborando gli uni con gli altri".

In collaborazione con:
Banca Ifis

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