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Federmanager lancia il patto della dirigenza per l'Italia

Cuzzilla, dirigenti d'impresa siano chiamati ai tavoli sul Pnrr

Roma ANSAcom

Un Patto della dirigenza per l’Italia che favorisca il rilancio economico del Paese, a partire dalla messa a terra degli interventi previsti dal Pnrr, per costruire una crescita economica robusta, duratura, basata su occupazione, inclusività, welfare, transizione ecologica e trasformazione digitale. A tracciare il percorso è il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, aprendo i lavori dell'assemblea annuale di Federmanager. "È - ha detto - il nostro impegno a collaborare con tutte le forze del Paese per un nuovo rinascimento italiano e realizzare un sistema economicamente più competitivo, socialmente più equo e ambientalmente più sostenibile". Per Cuzzilla "i manager italiani hanno già dimostrato di detenere strumenti concreti e metodo d’attuazione, salvando le nostre imprese nel periodo più buio della pandemia". "Ora - ha sottolineato - siamo pronti per concretizzare il piano più ambizioso di riforme e investimenti che si ricordi dal dopoguerra". Quelle del Pnrr, ha proseguito Cuzzilla, sono "risorse da spendere bene, proteggendole con rigore da illegalità, corruzione, e da un’evasione fiscale che da sola vale oltre 100 miliardi l’anno, riconoscendo che la cultura manageriale è una risorsa strategica per mettere la competenza al centro della gestione". Cuzzilla ha poi sottolineato "l'importanza che i dirigenti d’impresa siano chiamati a collaborare ai tavoli decisionali per l’attuazione del Pnrr".

Diverse, poi, le proposte avanzate da Federmanager su fisco e previdenza. Sul primo tema l'associazione dei manager "sostiene la richiesta delle imprese di abbattimento del cuneo fiscale, e richiama l’urgenza di una riforma dell’Irpef che tuteli i redditi da lavoro e semplifichi gli adempimenti". Sul fronte previdenziale Federmanager sostiene che i conti pubblici della previdenza e dell’assistenza vadano separati. L'associazione, sottolineando l’importanza della previdenza complementare, ricorda che da più di 20 anni il limite per la deducibilità fiscale per chi si iscrive a un fondo pensione è rimasto invariato. In ultimo, Federmanager considera "inammissibile che si proponga di eliminare la tassazione sui rendimenti portando a tassazione ordinaria ciò che oggi è già tassato al 15%, disincentivando ciò che dovrebbe essere incentivato. I fondi di previdenza complementare raccolgono un risparmio potenzialmente strategico e andrebbero considerati nel loro ruolo di investitori istituzionali".

Nel corso del suo intervento Cuzzilla ha chiesto al governo "di confermare il voucher per gli innovation manager e prevedere strumenti simili per l’inserimento delle altre figure, a partire dai manager per la sostenibilità, oltre a sgravi fiscali che incentiveranno le imprese a investire nel nuovo che serve". Secondo l'Osservatorio 4.Manager la difficoltà a reperire competenze nuove, specialistiche, ad alto valore aggiunto è in crescita, riguardando il 36,4% del totale delle nuove assunzioni e salendo al 48,4% per i dirigenti. Per Federmanager quindi "esiste un gap ancora da colmare, in quanto l’offerta di profili manageriali non riesce a soddisfare la domanda". Nel 2020, sottolinea l'associazione, "il numero di manager uscito dalle imprese è stato del 15% inferiore rispetto al 2019, e a ottobre 2021 la domanda di nuovi manager è stata del 50% superiore a quella dello stesso mese del 2020". Quanto ai limiti alle retribuzioni dei dirigenti pubblici, Cuzzilla ha domandato: "Davvero si pensa che il limite alle retribuzioni dei manager nella Pa o nelle società partecipate non abbia effetto sulla loro selezione e, quindi, sulle performance aziendali? Che sia possibile, a ogni cambio di maggioranza politica, sostituire la dirigenza senza effetti negativi sull’efficacia della Pa? Ragioni di equità e di opportunità rendono questi limiti controproducenti".

In collaborazione con:
Federmanager

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