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Talamona e i Giochi, l’atleta argento a Tokyo in Area X

Nuovo appuntamento del ciclo Protezione e Sport

TORINO ANSAcom

Il successo dello sport paralimpico? Un’onda da cavalcare. “Per non lasciarci definire dalla disabilità, ma far capire che prima di tutto siamo atleti”. Più che un’onda è un fiume in piena Arianna Talamona, nuotatrice varesina tornata da Tokyo con la medaglia d’argento della staffetta 4X50.

Si è raccontata oggi ai giornalisti Giulia Zonca e Massimo Caputi in Area X, lo spazio innovativo dedicato alla diffusione della cultura della protezione a Torino, un’iniziativa di Intesa Sanpaolo Assicura. Senza remore, sorridente e con un’energia contagiosa ha toccato ogni aspetto della sua vita, dagli allenamenti alla malattia, dal rapporto con la famiglia al matrimonio imminente. A 27 anni l’atleta ha un palmares che va dagli ori agli Europei del 2016 e 2018 a quelli dei Mondiali di Londra nel 2019.

A Tokyo è arrivata una medaglia un po’ strana, perché Arianna è stata premiata per aver partecipato alle qualificazioni della squadra che ha vinto successivamente l’argento. Per lei dunque niente cerimonia né podio, ma una soddisfazione ugualmente grande. “In un certo senso rende ancora più forte il concetto di gioco di squadra, anche se è mancata un po’ l’emozione - ammette -. Ma speriamo nelle prossime Olimpiadi”. Dopo Rio 2016 e Tokyo quest’anno, nel mirino c’è già Parigi 2024. Archiviati gli allenamenti allungati di un anno per lo spostamento dei Giochi di Tokyo, la voglia di nuotare non manca. “Quando sembrava fatta siamo tornati alla casella di partenza - ricorda - è stata una gran fatica, per fortuna gli allenatori hanno capito che oltre alla preparazione avevamo bisogno anche di svago e quindi hanno organizzato dei momenti di socialità e un po’ più leggeri”.

Con il nuoto per Arianna è stato amore a prima vista. “Ho capito subito di avere talento - racconta - anzi sono arrivata alle gare forse un po’ troppo in fretta. Ma il nuoto mi ha sempre restituito molto di più dell’impegno che dedicavo io a questo sport. Mi ha fatta diventare la donna che sono ora”. Una ragazza ben più matura dei suoi anni, forse grazie anche alla laurea a pieni voti in psicologia e al master che sta frequentando. Un’atleta che non si è lasciata mai ostacolare dalla malattia, la stessa condivisa con la mamma. “Quando ero piccola la guardavo ed era come osservare uno specchio. Mentre in passato era lei a insegnarmi come muovermi ora sono io ad aiutarla, per esempio facendole vedere come usare la carrozzina”.

Ma c’è anche l’impegno a far conoscere lo sport attraverso i social e negli allenamenti quotidiani in piscina. “Nel nostro campo c’è molta meno distanza fra gli atleti che hanno già ottenuto risultati e chi inizia. Veder arrivare in piscina gli esordienti ancora insicuri e titubanti e poi aiutarli e assistere alla loro crescita è fantastico, qualcosa che dà fiducia nelle nuove generazioni”. Anche questo fa parte del concetto di “protezione”, il tema centrale di Area X.

Per il futuro Arianna Talamona vede rosa, e il matrimonio c’entra solo in parte. “Più che guardare a quello che manca per una piena inclusione, concentriamoci sui passi avanti già fatti - esorta - Nello sport paralimpico continuo a vedere segnali positivi e di crescita”. Qualcosa di cui vale la pena prendersi cura.

In collaborazione con:
Intesa Sanpaolo

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