Lo smartworking ha coinvolto "in maniera massiva" le società di gestione del risparmio in Italia, coinvolgendo l'87% dei lavoratori delle Sgr tra marzo e maggio di quest’anno. Per il 65% dei lavoratori il lavoro a distanza ha portato a un miglioramento della qualità della vita, con un aumento dell'efficacia delle prestazioni (nel 48% dei casi) e dell'efficienza (52%). E' la fotografia scattata da una ricerca sullo smartworking commissionata da Assogestioni al Politecnico di Milano, presentata al Salone del Risparmio.
Secondo lo studio, lo smartworking ha migliorato anche l’inclusività, nel 55% delle Sgr, grazie al fatto che hanno attivato una serie di iniziative, dal reskilling delle competenze digitali a investimenti per il potenziamento della dotazione tecnologica. In particolare, il lavoro da remoto ha impattato positivamente sulle persone che vivono lontano dalla sede di lavoro, sui genitori e sui caregiver, mentre, per i neoassunti c'è stato un impatto negativo. Da parte dei manager, l'avvio dello smartworking è legato soprattutto alla volontà di venire incontro alle nuove esigenze dei lavoratori e perseguire il loro benessere. Tra le criticità evidenziate si registra in primis la resistenza di alcuni manager e responsabili per il timore di un peggioramento delle performance lavorative e la difficoltà ad abbandonare una cultura del controllo, che si potrà arginare attraverso una formazione dedicata.
In collaborazione con:
ASSOGESTIONI – Associazione del Risparmio Gestito