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Milva a Milano, da pantera a diva brechtiana

Milva a Milano, da pantera a diva brechtiana

MILANO, 24 aprile 2021, 21:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non poteva essere che al Piccolo, dove da pantera di Goro diventò una diva brechtiana, l'ultimo saluto di Milano a Milva, scomparsa ieri a 81 anni. La sua camera ardente sarà infatti allestita nel foyer dello Strehler, martedì 27 aprile. Fu a Milano, tra il Piccolo e la Scala, con Giorgio Strehler come pigmalione, che la carriera di Milva, fino ad allora imperniata sulla musica leggera, prese la strada dell'impegno alto, tanto da essere scelta da Luciano Berio per l'anteprima mondiale del 1982, de 'La vera storia'. "Luciano, forse il più grande compositore del Novecento, la volle come interprete e fu in quel periodo - ricorda oggi Sergio Escobar, per decenni direttore del Piccolo ma prima ancora al lavoro alla Scala - che ne conobbi le qualità umane e artistiche, poi ci frequentammo molto negli anni del Piccolo, che era diventato parte della sua vita". Un legame non solo artistico, ma basato sulla condivisione dei valori dell'antifascismo, tanto che il trentennale sodalizio iniziò nel 1965, quando Paolo Grassi la invitò a interpretare i Canti della Libertà". Il nome di Milva nella storia del Piccolo si intreccia tanto a quello di Strehler quanto a Bertolt Brecht. "Andavo a vedere le prove del primo spettacolo con le canzoni di Brecht e Kurt Weill alla piccola Scala e - ricorda il regista Filippo Crivelli - Strehler le diceva 'stai ferma', 'non muovere quel braccio . L'ha molto studiata per togliere i difetti dei cantanti televisivi e radiofonici. E' stata costruita da lui". Tra gli anni Sessanta e Settanta, Milva è in scena accanto a Strehler tre volte, nelle successive edizioni di Io, Bertolt Brecht (1966/67; 1974/75; 1979/80). Ma è soprattutto nella seconda, straordinaria edizione de L'opera da tre soldi del 1973 che fa apprezzare a pieno il suo talento di cantante e attrice. I songs brechtiani si dimostrano particolarmente adatti al suo timbro vocale e alla sua forte personalità e diventa la sua interprete italiana per eccellenza. Nella stagione 1995/96, in occasione del Festival Brecht del Piccolo Teatro, crea insieme a Strehler un nuovo recital brechtiano, 'Milva canta un nuovo Brecht: non sempre splende la luna', privilegiando le poesie e le canzoni più delicate, intimiste, sofferte e riflessive dell'autore. La relazione con il Piccolo vive di due sue altre grandi passioni, tanto diverse, quanto esemplificative della sua umanità, della sua cultura e della sua curiosità: Astor Piazzolla, di cui, sotto la guida di Filippo Crivelli, porta in scena un memorabile recital nel 1996/97, e Alda Merini, alla quale dedica 'Milva canta Merini' nella stagione 2004/05. Nel 2006 torna a interpretare Brecht, nell'ultima apparizione al Piccolo. Con Strehler collaborò non solo al Piccolo ma anche alla Scala, mettendo "la sua voce magnetica e la sua soggiogante presenza scenica - ricorda oggi il Piermarini - disposizione di alcuni dei progetti musicali e culturali più coinvolgenti e innovativi" della seconda metà del 900. Il debutto, nel 1975, proprio con 'Io, Bertolt Brecht n. 2 '. L'apice, nel 1982, quando Luciano Berio la chiamò a vestire i panni del Primo cantastorie alla prima assoluta di 'La vera storia' sul libretto di Italo Calvino. "Milano - sottolinea il sindaco Sala - è grata a Milva che, emiliana di nascita, aveva scelto di vivere qui facendo del Teatro Strehler il suo teatro e dei milanesi il suo pubblico più affezionato. Ciao Milva, non ti dimenticheremo".
   

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