REPORTAGE: La fattoria di Breivik
Accatastati cinque sacchi di fertilizzante da 600 chili l'uno
dell'inviato dell'Ansa Marco Galdi
ASTA (NORVEGIA) - E' una fattoria da sogno, un posto idilliaco, in riva al fiume Glomma, il più grande della Norvegia. E' nascosta da due filari di alberi dalla vista della statale Rv3, nel cuore agricolo della Norvegia. E' la fattoria di Asta che Anders Behring Breivik ha affittato il 17 aprile scorso per preparare i suoi attacchi alla democrazia norvegese. Ci si arriva con una carrareccia di un centinaio di metri. L'area, isolata dalla polizia con i nastri annodati agli alberi, é di circa quattromila metri quadri: sette in tutto gli edifici. Tutta in legno, bianca la casa padronale, rossi un magazzino ed un granaio, di tronchi tre piccoli cottage, in legno bianco per gli ospiti, in legno grezzo un piccolo magazzino per gli attrezzi. Quel che resta dell"arma del delittò è in piena vista: cinque enormi sacchi di fertilizzante da 600 chili l'uno, sono accatastati sulla sinistra della carrareccia. La marca, una delle più comuni: la Yara, che gli agricoltori usano normalmente nello Hedmark, scelto da Breivik evidentemente per non dare nell'occhio in una regione di grandi fattorie. Quella affittata poco più di tre mesi fa non ha molta terra da coltivare ma era già nota dalla polizia: qui, nel 2006, venne scoperta una piantagione di marijuana.
La polizia è arrivata nella fattoria tra le 3 e le 4 di stanotte. Oggi gli ispettori della Ct (la scientifica norvegese) stanno passando al setaccio tutti gli edifici. Il concime Breivik lo ha ordinato per telefono al più vicino magazzino Felleskjopet. Molte tonnellate, nessuno gli ha chiesto a cosa gli servissero. "Non possiamo venderlo a tutti, ma chiunque sia registrato come agricoltore può comprarlo liberamente: nessuno chiede quanta terra abbia da coltivare, puoi prenderne quanto te ne pare", spiega Andre, il commesso in servizio oggi al magazzino Fk di Rena, località di meno di duemila abitanti ad una decina di chilometri a nord della fattoria e a 22 da Elverum, la città più vicina, poco distante dal capoluogo Hamar.
Le tonnellate di fertilizzante gli sono state consegnate dal magazzino di Moss. Su Facebook e già spuntata una pagina dal titolo agghiacciante per un paese, come la Norvegia, che si fonda sulla tolleranza e la libertà: "Impiccate Anders Behring Breivik". E la democrazia norvegese sembra essere stato l'obiettivo di un uomo di 32 anni che già nel 2010 definiva la storica premier laburista tra il 1981 ed il 1996, Gro Harlem Brundtlandt, "l' assassina del paese", proprio per le sue politiche libertarie e antirazziste. Brundtlandt era sull'isola di Utoya, ieri. Ha tenuto un discorso solo poche ore prima che Breivik cominciasse la sua mattanza e gettasse il paese del Nobel per la pace nell'orrore e nello sgomento. "Non ci lasceremo intimidire, non ci fermeremo", ha promesso il leader dei giovani laburisti, Eskil Pedersen. Ad oggi, in una giornata di freddo e pioggia, il paese piange i suoi oltre 90 morti. E le bandiere sono a mezz'asta anche nelle fattorie. "Oggi siamo tutti giovani laburisti" dice anche chi è di destra, ma norvegese.