"C'ero anch'io tra il
pubblico sotto le torri di Bologna ad ascoltare la Lectura
Dantis di Carmelo Bene, in quella notte di luglio del 1981, in
memoria delle vittime della strage di Bologna". Così Arto
Lindsay ricorda uno spettacolo che ha segnato profondamente la
propria vita artistica, e non solo. E che, a 40 anni di
distanza, presenta martedì 29 giugno (alle 21,15) al Teatro
Romano di Fiesole (Firenze), nell'ambito dell'Estate Fiesolana
2021.
Una 'Lectura Dantis di Carmelo Bene alla maniera di Arto
Lindsay', sperimentatore e virtuoso, a proprio agio con la No
wave newyorkese come con i mostri sacri della musica brasiliana,
per non dire delle performance, delle installazioni sonore e di
molte altre esperienze tra musica e arte, ricerca e tradizione.
In una scena svuotata, spiega una nota, fatta di sola luce e al
centro di un allestimento audio a spirale come un vertiginoso
girone dantesco, Arto Lindsay riunisce una piccola compagnia di
musicisti-rumoristi, e parte alla ricerca di una sua misura
musicale dentro l'incommensurabile voce di Bene alle torri di
Bologna. "Carmelo Bene aveva scelto Dante per interrogare e
riaffermare le ragioni dell'umano di fronte all'orrore
indicibile della bomba alla stazione - ricorda ancora Lindsay a
proposito di quella sera -. Il lutto, lo smarrimento e il
conforto divennero una cosa sola. All'epoca non avevo
familiarità con l'italiano del tredicesimo secolo e nemmeno
troppo con quello del ventesimo. Fu il suono ad impossessarsi di
me. Sentivo, respiravo, afferravo qualche parola. Era musica".
Per Lindsay, "nell'anno in cui portiamo tutti il peso di
un'altra peste, abbiamo ancora bisogno di ascoltare la voce di
Dante. Voglio suonare ancora quella Lectura Dantis, spremerla,
esaltarla, farle dire tutto, ascoltarla e parlare con lei".
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