Si chiama Umbria resiliente il
piano strategico per la rete degli acquedotti varato
dall'Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri) con l'obiettivo
di prevenire e mitigare in modo risolutivo gli effetti dei
cambiamenti climatici, mediante il rinnovamento o la
realizzazione di infrastrutture utili a ottimizzare la gestione
e la tutela della risorsa idrica. Si articola in otto progetti
che interessano tutto il territorio regionale, per un importo
complessivo di 151 milioni di euro.
A illustrarne i dettagli, oggi a palazzo Donini, sono stati il
presidente di Auri Antonino Ruggiano e il direttore dell'ente
Giuseppe Rossi. Alla presentazione è intervenuta anche la
presidente della Regione Umbria Donatella Tesei.
"Grazie al coordinamento della Regione - ha commentato
Ruggiano, insieme ai tre gestori del servizio idrico regionale
abbiamo portato avanti un grande lavoro di progettazione che
consentirà all'Umbria di guardare al futuro con serenità,
divenendo una regione autonoma dal punto di vista
dell'approvvigionamento idrico. Siamo molto orgogliosi, anche
perché il piano dell'Umbria è il primo a essere approvato a
livello nazionale".
"Dobbiamo essere pronti - ha sottolineato Tesei - ad
affrontare i cambiamenti climatici in atto. Questo piano svolge
appunto questa funzione ed è lo straordinario risultato di un
intenso e virtuoso lavoro di squadra".
I due principali progetti prevedono il collegamento con i due
grandi invasi del Chiascio e di Montedoglio così da poter
rifornire gli schemi acquedottistici di tutti e tre i gestori,
sia in condizioni ordinarie che in periodi di crisi. Il primo,
da 48 milioni di euro, permetterà l'interconnessione della diga
del Chiascio con il sistema acquedottistico Perugino-Trasimeno,
la realizzazione della dorsale dal sistema perugino (Chiascio)
ai sistemi acquedottistici folignate, folignate-spoletino e
ternano, un sostegno ai campi pozzi in Valnerina. Verrà
realizzato un nuovo potabilizzatore e installati 91 chilometri
di nuove condotte. Il secondo, da 35 milioni di euro, si
occuperà dell'interconnessione del sistema Montedoglio con il
sistema lago Trasimeno, e a sua volta di questo con i comuni di
Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Fabro e Parrano. In questo
caso, verrà ampliato il potabilizzatore e stesi 65 chilometri di
nuove condotte. Gli altri progetti riguardano: il sistema
acquedottistico Alto Chiascio (24 milioni di euro); il
completamento del sistema Ternano-Amerino (15 milioni di euro);
l'interconnessione del sistema Argentina-Monti Martani (10
milioni di euro); il completamento del sistema Orvietano (10
milioni di euro); il completamento del sistema Nursino (6
milioni di euro); l'interconnessione Calvi-Otricoli (3 milioni
di euro).
"L'interconnessione del sistema - ha ricordato Ruggiano - ci
consente di superare le crisi idriche, trasferendo portate da un
sistema all'altro. C'è molta attenzione, anche, alla
sostenibilità ambientale perché il progetto prevede di ridurre e
poi eliminare la possibilità di captazione tramite pozzi. Tutte
queste operazioni - ha spiegato Ruggiano - avevano un traguardo
di cinquanta o addirittura cento anni, con i fondi che dovevano
essere reperiti in tariffa. Grazie all'aggiornamento del Piano
nazionale degli interventi nel settore idrico e al Piano
nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), invece, cominciamo ad
avere finanziamenti diretti. I lavori che saranno finanziati dal
Pnrr partiranno al più presto e dovranno essere rendicontati
entro il 2026. In particolare, il primo stralcio da 18 milioni
di euro, che riguarda il collegamento della diga del Chiascio
all'acquedotto Perugino-Trasimeno, è stato portato in conferenza
Stato-Regioni e nei primi mesi dell'anno prossimo saremo
operativi".
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