(ANSA) - PERUGIA, 01 GIU - Nel corso di un incontro in
regione, alla presenza dell'assessore regionale alla Protezione
civile Enrico Melasecche, l'autorità di bacino del distretto
dell'Appennino centrale ha illustrato lo stato di avanzamento
del "Progetto di fattibilità tecnico economica di sistemi di
invasi nel bacino del Paglia" finanziato dal Piano invasi a suo
tempo approvato, che prevede un sistema di opere atte a mitigare
le piene del fiume che in questo periodo di cambiamenti
climatici possono ancora minacciare il territorio orvietano e
l'area a valle della confluenza Paglia-Tevere.
All'incontro hanno preso parte anche il direttore regionale
Stefano Nodessi Proietti e il dirigente Sandro Costantini.
È l'assessore Melasecche a darne notizia, rilevando che "i
recenti eventi estremi e i disastri che hanno colpito in
particolare l'Emilia-Romagna, gli eccezionali eventi
meteorologici che si sono verificatisi nel settembre 2022
nelle Marche e nei territori umbri a confine e che con sempre
maggiore frequenza colpiscono il nostro Paese, impongono la
messa a terra concreta di interventi di prevenzione". "Questi
non sono più rinviabili - ha spiegato, secondo quanto riferisce
Palazzo Donini - anche nel bacino del fiume Paglia dove i
fenomeni di siccità, alternati a eccezionali eventi piovosi,
generarono la disastrosa alluvione del 2012. Occorre ormai
sempre di più progettare ed eseguire interventi di prevenzione,
per attenuare e mitigare gli effetti di queste estreme
variazioni climatiche".
Per la mitigazione delle piene del Paglia, attraverso una gara
europea l'autorità distrettuale di bacino ha individuato un
raggruppamento di imprese specializzate (Etatec e altri) che ha
sviluppato analisi idrologiche, idrauliche, geologiche,
geomorfologiche e di dinamica fluviale, ha configurato vari
scenari di rischio e ipotesi progettuali sostenute da analisi
multicriteriali e di costi-benefici che saranno presentate al
dibattito pubblico che si aprirà nei prossimi mesi.
L'Autorità distrettuale, diretta dal segretario generale Marco
Casini, con l'ingegnere Pietro Ciaravola quale responsabile del
procedimento, è supportata dall'Istituto di ricerca per la
protezione idrogeologica del Cnr, dal "Ceri Uni Roma La
Sapienza" e da alta scuola, nella cui sede operativa di Orvieto
si è successivamente svolto un ulteriore incontro con alcuni
rappresentanti dei consorzi di bonifica umbro-tosco-laziali che
operano nel bacino del Paglia.
Le ipotesi di scenario di progetto che saranno presentate al
dibattito pubblico ruoteranno principalmente, è stato spiegato,
intorno alla fattibilità di un sistema di casse di espansione
per invasare la troppa acqua nei periodi di piena e restituirla,
nelle situazioni dove sarà utile e possibile, nei periodi di
siccità, tra cui anche quello con presenza o meno della diga di
Torre Alfina opportunamente ridimensionata e ricalcolata e con
l'integrazione dei rinforzi arginali al fine di minimizzare il
rischio residuo da gestire con il sistema di protezione civile e
la pianificazione di emergenza ed infine anche interventi di
compensazione e di miglioramento ambientale.
Grande soddisfazione è stata espressa dall'assessore regionale
Melasecche che ha auspicato una accelerazione nel percorso del
dibattito pubblico per addivenire rapidamente alla redazione dei
progetti e all'avvio dei lavori atti alla messa in sicurezza del
territorio. "Non possiamo e non dobbiamo più aspettare gli
accadimenti drammatici di questi giorni - ha affermato - per
dichiarare lo stato di emergenza e stanziare così enormi
quantità di fondi per riparare i danni provocati dalle alluvioni
e dalle siccità. Abbiamo l'obbligo di intervenire quanto prima
per mettere in sicurezza i nostri cittadini attraverso una
programmazione nazionale di spesa pluriennale dedicata al fine
di attenuare e contrastare gli effetti dei cambiamenti
climatici".
L'assessore Melasecche, infine, ha espresso l'auspicio che
attorno al progetto si sviluppi una forte sinergia di intenti
con le Regioni Lazio e Toscana, il cui territorio è interessato
dal corso del Paglia. L'autorità di bacino del distretto
dell'Appennino centrale, con questo primo incontro preliminare
sullo stato di avanzamento del progetto di fattibilità tecnico
economica, cui ne seguirà uno analogo con la Regione Lazio, ha
inteso e intende sensibilizzare i soggetti interessati al
prossimo processo formale di dibattito pubblico da cui
scaturiranno le soluzioni da attuare per la mitigazione e
prevenzione delle piene e la messa in sicurezza del bacino del
Paglia.
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