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I papabili in corsa per il dopo-Ginsburg

Redazione ANSA

La battaglia per sostituire Ruth Bader Ginsburg alla Corte Suprema si infiamma, con Donald Trump e i repubblicani consapevoli di aver l'occasione di ridisegnare una delle più importanti istituzioni americane per i decenni a venire. La scelta di uno dei 'saggi' è infatti una delle maggiori decisioni di un presidente, e Trump ha già avuto l'occasione di nominarne due, Neil Gorsuch nel 2017 e Brett Kavanaugh nel 2018. Ora la terza si presenta inattesa e il tycoon ha già pronta una lista di papabili candidati, aggiornata proprio una decina di giorni fa per rassicurare i conservatori e generare entusiasmo fra gli elettori.

Fra i nomi in corsa ci sono il senatore del Texas Ted Cruz, quello dell'Arkansas Tom Cotton, il procuratore del Kentucky Daniel Cameron e Josh Hawley del Missouri, che ha già indicato di non essere interessato al posto. Ma anche Amy Coney Barrett, giudice delle corte d'appello di Chicago che sembra al momento la favorita. Cattolica con sette figli, Coney Barrett ha 48 anni ed è una conservatrice vera. Contraria all'aborto nel 2013 ammise comunque come era "molto improbabile" che la Corte Suprema potesse capovolgere la Roe vs Wade, la storica sentenza del 1973 che legalizzò le interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti. "L'elemento fondamentale del diritto della donna a scegliere probabilmente resterà. La controversia è sui finanziamenti, ovvero se gli aborti devono essere finanziati dal pubblico o dal privato", spiegò allora. Coney Barrett era già in pole position nel 2018 per il posto poi preso da Kavanaugh. Trump alla fine la scartò e, secondo indiscrezioni, confidò a uno dei suoi più stretti collaboratori che "l'avrebbe salvata per prendere il posto di Ginsburg". Fra le papabili candidate anche Barbara Lagoa, giudice della Florida di origine ispaniche che potrebbe attirare consensi al presidente nella battablia per la Casa Bianca. L'eventuale nomina di una donna consentirebbe al presidente di mettersi, almeno in parte, al riparo dalla valanga di critiche attese nel caso in cui dovesse forzare le mano e nominare un giudice della Corte Suprema e premere per la sua conferma in Senato a 45 giorni dalle elezioni.

Nel caso in cui Trump avere successo nella nomina e nella conferma, i conservatori consoliderebbero la maggioranza alla Corte Suprema con un compatto 6 a 3. E diventerebbe il primo presidente dai tempi di Richard Nixon a nominare tre giudici nel corso di un solo mandato.

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